ANCONA Nel condominio multicolor, concentrato di idiomi e di etnie, esempio plastico della globalizzazione che genera incomunicabilità e solitudine, nessuno sapeva che l’inquilino della porta accanto era morto. Non da qualche giorno, non da settimane. Da anni. Via Urbino, tra il Piano e Posatora, non è Manhattan. Eppure c’è chi ha abitato per tutto questo tempo accanto a un cadavere senza accorgersene. Gli stessi inquirenti faticavano a credere ai propri occhi ieri pomeriggio, quando hanno trovato il corpo di un 71enne anconetano ormai mummificato, all’interno dell’appartamento di sua proprietà.
Il malore
Giaceva sul letto, prono, nel buio della camera dove sono entrati con le torce.
Gli accertamenti
Ad ogni modo, l’autopsia disposta dal magistrato di turno fornirà tutte le risposte del caso: l’esame sulla salma, recuperata dall’impresa funebre Città di Ancona, dovrebbe svolgersi lunedì nell’istituto di Medicina legale di Torrette. Un dramma della solitudine all’ennesima potenza. Il 71enne (G. G. le iniziali) non era sposato, non aveva figli né parenti ad Ancona, non aveva precedenti con la giustizia. Era in pensione da tempo. Da almeno 6 anni non si sentiva più con il fratello che vive a Roma e che, per le festività di Natale, aveva provato a riallacciare i rapporti. Era però andato a vuoto ogni tentativo di raggiungerlo al cellulare: il numero di cui era in possesso risultava inesistente. Così ieri si è presentato ad Ancona per andarlo a trovare di persona. Al citofono non ha risposto, per cui ha deciso di lasciare un bigliettino nel portone, invitandolo a richiamare. Silenzio assoluto. Con il passare delle ore si è insospettito: ha avvisato il 112, si è messa in moto la task force dei soccorsi. Ed ecco la scoperta choc.
Il calendario
Sarà l’autopsia a stabilire la data del decesso, ma i carabinieri hanno il fondato sospetto che risalga a diversi anni fa, forse addirittura al 2018: a suggerirlo, sarebbe il calendario appeso al muro dell’appartamento, che risale appunto a quell’anno. Ma non è l’unico indizio che porta a crederlo. Il suo numero di cellulare risulta disattivato da anni, da almeno 6 non si sentiva con il fratello. Gli investigatori ora analizzeranno bollette, corrispondenza, movimenti del conto corrente, alla ricerca di elementi che possano confermare l’ipotesi choc: l’uomo sarebbe morto ancora prima dell’avvento del Covid.