ASCOLI La mossa di una parte della Lega, con il sostegno di un autorevole esponente moderato, di superare il parere del comitato dei saggi locale per promuovere sul tavolo nazionale la candidatura dell’ex consigliere regionale Valeriano Camela, da inserire nella lista degli aspiranti consiglieri comunali del Carroccio, sta suscitando un vivace dibattito interno al partito.
L’esclusione
Un passo indietro. Diverse settimane fa, c’è stato un contatto con l’ex esponente dell’Udc per una sua candidatura nelle liste del centrodestra, ma il tentativo si è infranto, sul muro del comitato dei saggi, voluto dal sindaco Marco Fioravanti. Il motivo? In quanto ex presidente del consiglio comunale, fu fra i firmatari che nel 2009 firmarono la mozione di sfiducia che mandò a casa l’amministrazione comunale di centrodestra guidata dall’allora sindaco Piero Celani. Nel 2014, inoltre, Valeriano Camela, si candidò sotto il simbolo dell’Udc contro Guido Castelli. Si è quindi obiettato: quale affidabilità potrebbe garantire alla coalizione? Si sottace che anche un firmatario di quella mozione si candiderà di nuovo a Palazzo Arengo dopo 15 anni, ma il ruolo ricoperto nel 2009 da Valeriano Camela (presidente del consiglio comunale) era ben più importante: doveva essere un uomo di fiducia e non di sfiducia nei confronti di Piero Celani.
Le reazioni
La mossa inoltre di bypassare il tavolo locale per spostare la questione su quello nazionale ha creato qualche mugugno all’interno della Lega perchè viene letta come una ingerenza sulle decisioni locali.