Sulla morte di Mattia Giani sono ancora molti i punti da chiarire. Sarà ora l'autopsia effettuata sul corpo del calciatore 26enne del Castelfiorentino deceduto in seguito a un malore accusato sul campo da gioco a fornire dettagli ulteriori su quando accaduto durante la partita contro il Lanciotto a Campi Bisenzio e nei momenti successivi: dal mancato uso del defibrillatore alla mancanza del medico sportivo e dell'ambulanza sul posto.
Le cause della morte
La relazione dell'esame autoptico, eseguito dal medico legale Beatrice Defraia all'Istituto di medicina legale di Firenze, sarà depositata in Procura tra 90 giorni e dovrà chiarire le cause del decesso del giocatore. Sul caso è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo e nominato due consulenti. Una parte del team aveva già lavorato al caso di Davide Astori, e dovranno accertare se Mattia Giani soffrisse di qualche patologia che gli accertamenti svolti durante la visita per l'idoneità sportiva avrebbero potuto individuare o se si sia trattato di una causa improvvisa.
Il ricordo del fratello
Intanto il corpo di Mattia è stato restituito alla famiglia, e solo a distanza di giorni dalla morte avvenuta lunedì 15 aprile il fratello Elia, calciatore a sua volta, si è abbandonato al ricordo.
Anche Elia Giani è un calciatore, veste la maglia del Legnano Salus, in serie C. È il compagno della sorella del romanista Gianluca Mancini. «Mi auguro di arrivare ad essere almeno la metà dell'uomo che sei stato, e di insegnare un giorno ai miei figli i tuoi stessi valori. Sono e sarò sempre orgoglioso di te. Adesso prendimi per mano e conduciamo questa nuova vita insieme», conclude Elia Giani.