Amaolo a Pineto per la decima
«Una marchigiana mi rivoleva»

Il tecnico sangiorgese Daniele Amaolo, 55 anni, dopo la salvezza conquistata la scorsa stagione con la Vis Pesaro
Il tecnico sangiorgese Daniele Amaolo, 55 anni, dopo la salvezza conquistata la scorsa stagione con la Vis Pesaro
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Venerdì 14 Ottobre 2016, 01:05
ANCONA - Emigra in Abruzzo per «inseguire la mia decima». Daniele Amaolo, tecnico sangiorgese di 55 anni, uno che in carriera è subentrato nove volte raggiungendo sempre la salvezza, è tornato in pista: da martedì è alla guida del Pineto e domenica debutterà a Castelfidardo. «Sarà subito dura. L’imperativo è lavorare e trovare subito equilibri. Ci sono Micolucci, Cacciatore, Ragatzu e un buon organico, ma anche sei infortunati». Specializzato come nessun altro a prendere squadre in corsa conducendole al traguardo, possiamo già depennare il Pineto dalla bassa classifica. «Questo discorso lascia il tempo che trova - ribatte Amaolo - In Serie D c’è grande equilibrio, i particolari fanno la differenza. E poi passato e statistiche non contano».

Eppure, chiarito che spesso la storia si ripete anche per questioni lavorative («ho uno stabilimento balneare, l’estate è lunga per me»), proprio qui c’è nascosto un bel primato raggiunto. All’inizio è accaduto a Monte Urano (2000/01) e a Morro d’Oro, poi a Grottammare e a Macerata, due volte con l’Angolana, quindi a Jesi, Recanati e il 1° maggio scorso con la Vis a Pesaro. Filotto fatto: è stato mister salvezza in tutte le province delle nostre Marche. «Non ci avevo mai fatto caso», snobba. L’accordo con il Pineto arrivato dopo che il Matelica ha virato su Mecomonaco è «solo una coincidenza - dice ancora - Sinceramente questa possibilità di scelta non l’ho avuta. Domenica sera sono stato contattato e martedì la cosa si è evoluta».

Un contatto con una marchigiana però c’è stato, da scegliere tra Vis, Jesina e Recanatese più o meno in difficoltà: «Sì, da una di queste tre è arrivata una proposta - chiosa mister salvezza - ma non dico di più. Neanche sotto tortura». Meglio pensare all’Abruzzo che in passato gli ha già regalato una gioia mica male: nel 2003/04 ha condotto il Morro d’Oro, squadra d’un paesino di tremila anime, in Serie C per la prima volta nella sua storia. «Sì, diciamo che mi porta bene, ma io penso solo alla decima».
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