Il Castelfidardo e il rigore nel recupero
Ecco perchè l'arbitro non ha sbagliato

I giocatori del Castelfidardo durante una partita
I giocatori del Castelfidardo durante una partita
2 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Novembre 2017, 19:56 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 16:59
ANCONA - Rigore concesso ben al di là del recupero e gol segnato sulla ribattuta del portiere chiaramente non convalidato. La beffa subita dal Castelfidardo domenica a Vasto trova la giusta sponda dal regolamento. Di fatto l’arbitro, Tomas Campobasso di Formia, ha applicato in pieno quanto scritto nella regola numero 10 della normativa dell'Aia, modellata da quanto stabilito dall'Ifab, ovvero l'International Football Association Board. Il caso è particolare ma in realtà non c’è stato alcun torto subito dai biancoverdi. Proprio perché il calcio di rigore è stato concesso negli ultimi istanti del recupero, il direttore di gara fa calciare il tiro dagli undici metri come se fosse l’ultimissima azione della partita. In pratica, in caso di ribattuta, la palla non può più essere calciata da nessun giocatore, proprio come quando si va ai calci di rigore a oltranza dopo i tempi supplementari.

In questo caso, il portiere della Vastese Camerlengo ha respinto il tiro dagli undici metri scagliato da Santiago Minella, il quale ha poi ripreso la palla e messo in rete. Tutto inutile. L’arbitro ha già fischiato la fine e la partita è terminata 2-1 per la Vastese. Decisione giusta: in questi casi, proprio perché i minuti di recupero sono scaduti, l’arbitro fa calciare il rigore in via eccezionale. Se la palla entra, convalida la rete; se invece finisce fuori o viene ribattuta dal portiere, da uno dei due pali o dalla traversa, il direttore di gara fischia la fine dell’incontro. Ed è stato proprio quello che ha fatto.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA