Conte: "La Roma di Garcia è forte
ma i bianconeri ancora davanti"

Conte: "La Roma di Garcia è forte ma i bianconeri ancora davanti"
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Martedì 23 Settembre 2014, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 15:54
ROMA - La Roma forte, ricorda un po' la Juve di tre anni fa, ma i bianconeri restano ancora i favoriti per lo scudetto.



Parola di uno che a Torino ne ha vinti tre di fila, parola di Antonio Conte, oggi alla guida della Nazionale. Ospite di lusso di Enrico Varriale al Processo del Lunedi su RaiSport, Conte non si dice sorpreso della partenza sprint della sua ex squadra oggi guidata da Massimiliano Allegri.



"La Juve in tre anni ha costruito un grattacielo dal nulla e si è lavorato tantissimo tutti insieme - dice con un pizzico di orgoglio il tecnico salentino - La casa è solida, è inevitabile che si debba andare avanti per questa strada e lo farà per molto tempo. Sentir dire da qualche giocatore che aver cambiato sia stato giusto, mi ripaga di tante illazioni che mi si sono riversate contro dopo la mia scelta".



Tanto basta per vedere i bianconeri ancora davanti a tutti: "La Roma sta facendo un percorso simile al nostro. Avrebbe vinto lo scudetto se non avesse incontrato l'anno scorso una Juve mostruosa. Sta cercando di fare lo stadio, ha fatto un mercato intelligente, ma vedo ancora la Juve favorita".



"In tre anni si è fatto qualcosa di incredibile sotto tutti i punti di vista, col presidente abbiamo creduto che il miracolo potesse accadere e così è stato", aggiunge Conte parlando dei suoi tre anni a Torino, volendo poi chiarire i suoi rapporti con gli ex datori di lavoro: "Non si è incrinato niente con Andrea (Agnelli, ndr) e i dirigenti Marotta e Paratici - sottolinea l'ex tecnico -. Il rapporto resta. Ho pensato e detto che dopo tre anni così intensi si era giunti all'epilogo del rapporto. Quando si è forti a livello sentimentale e si dà tutto, c'è un momento in cui è giusto separarsi per il bene di tutti. L'ho esternato ad alcuni calciatori, alla proprietà e ai dirigenti. Più difficile far capire al tifoso ma tutto è stato fatto a fin di bene".



Dalla Juve alla Nazionale che, ripete, "all'inizio non era nei miei pensieri" e al 'tormentone' Balotelli: "Balotelli una sfida da vincere? Non ho bisogno di sfide per confrontarmi con persone del passato e del presente, mi comporterò nel migliore dei modi, con chiunque verrà in Nazionale", chiosa il Ct ribadendo un concetto più volte espresso: "In tutte le mie squadre sono contati prima gli uomini e poi i calciatori".



Sui convocati, "nessuna preclusione. Il campo saprà parlare e darà le convocazioni. Ci sarà meritocrazia, vedremo i comportamenti calcistici ed extracalcistici. Si potrà arrivare in Nazionale e poi bisognerà dimostrare di sapersela meritare. Le convocazioni verranno fatte in base a quanto stiamo vedendo. Verranno i più in forma".



Ma il cammino per risalire sarà lungo: "Ora come ora siamo nel posto che meritiamo. Ognuno ha quel che si merita in tutte le situazioni, ma dobbiamo lavorare per crescere. Siamo partiti bene, al di là del risultato. Tanta voglia, tanta disponibilità e tanta delusione in quelli che hanno partecipato al Mondiale. Questo ci può aiutare a riprenderei il posto che ci compete".



ra tante difficoltà ("La percentuale altissima di stranieri nei club non aiuta. Vedere partite con 1-2 o zero italiani non è aspetto positivo"), anche un paradosso: "Mi ritrovo dei calciatori che usano la Nazionale come spot per giocare nei propri club. Prima giocavano nel club per conquistarsi la Nazionale. Ora arrivano e devono mettersi in evidenza per riuscire a trovare spazio nella loro squadra".



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