Il Fano e i ripescaggi in Lega Pro
Cuneo e Melfi dentro, occhio al Taranto

Il Fano e i ripescaggi in Lega Pro Cuneo e Melfi dentro, occhio al Taranto
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Giovedì 23 Giugno 2016, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 11:39
ANCONA - Lega Pro in vista per Cuneo, Fondi, Melfi e Olbia, fors’anche per almeno una tra Lupa Roma e Castelli Romani, tutte pronte a sborsare 250 mila euro a fondo perduto tra quelle in prima fila. Alle spalle del Fano che tergiversa, seppure sia primo virtuale candidato tra le 9 vincenti dei playoff di D, aumentano le pretendenti al ripescaggio oneroso. Dopo Grosseto, Taranto e pure la Reggio Calabria, che tornerà a chiamarsi Reggina, anche Frattese, Forlì, Seregno, Vibonese e Rieti, che addirittura non ha neanche partecipato ai playoff, sono pronte a mettersi in coda. A meno d’un mese dal decisivo Consiglio Federale del 18 luglio, e in vista del 30 giugno, termine ultimo per le iscrizioni delle 54 aventi diritto, sarà bene rammentare i criteri per i ripescaggi stabiliti dalla Figc, con il comunicato 428 del 13 giugno, per ripristinare la Lega Pro a 60 squadre. Anche perché, con Carrarese, Casertana, Lanciano, Pavia e Rimini a rischio iscrizione, il Bellinzago che punta a una complicata cessione del titolo sportivo al Varese per evitare l’esclusione non avendo uno stadio a norma, i posti vuoti potrebbero essere ben più degli attuali 6. Al momento siamo messi così.

La prima ripescata sarà una delle 9 retrocesse, cui seguirà una di Serie D e il giochino dell’alternanza continuerà finché i vuoti saranno colmati. Le prime confluiranno in una graduatoria che terrà conto dei punti ottenuti al termine del campionato (50%), della tradizione sportiva (25%) e della media spettatori nel quinquennio 2010-2015 (25%). Dal cornicione della D hanno invece la precedenza le 9 vincenti dei playoff, cui seguiranno eventualmente le 9 perdenti, in base a una graduatoria già nota, poiché scaturita dalla media punti di ognuna al termine del campionato. I bonus aggiuntivi, andati al nostro Fano e al Gavorrano (+0,05 per secondo o terzo posto nella classifica Giovani D valore) e soprattutto al Fondi (portentoso 0,50 in più per la Coppa Italia di categoria vinta), hanno di fatto assegnato le primissime posizioni. Prima e terza sono Caronnese (2,157) e Campodarsego (2,078) che però si sono già ritirate: il Comunale di Caronno Petrusella non va oltre mille posti, i patavini ne possono ospitare solo 800 e il sogno di giocare all’Euganeo è svanito. Stadi non a norma, in nessun caso saranno concesse deroghe. È secondo il Lecco (2,105), ma in attesa di una fantomatica cordata russa che rilevi quote e debiti lasciati da un presidente finito anche agli arresti. Per cui il Fano (2,050) sarebbe primo candidato davanti a Fondi (2,029), Cavese (1,888), Gavorrano (1,844), Olbia (1,823) e Correggese (1,684), se non ci fosse l’ingrato esborso di 250 mila euro da aggiungere e a cui è contrario il presidente Gabellini.

In caso servisse, entreranno in gioco le altre 9 finaliste, spalmate in un graduatoria stabilita dalla media-punti: Lavagnese 1,947, Frattese 1,944, Montecatini 1,852, Torres 1,823, Forlì 1,815, Francavilla e Campobasso 1,794, Belluno 1,763, Seregno 1,684. In tanti, però, sbatteranno duro sugli scogli alzati dal Consiglio Federale del 7 giugno scorso. Saranno infatti escluse dalla giostra dei ripescaggi le società che hanno subito sanzioni per illeciti sportivi e violazione del divieto di scommesse scontate nelle stagioni 2014/15 e 2015/16. Significa che Pro Patria, L’Aquila e Savona tra le 9 retrocesse, oltre a Torres e Frattese tra le 9 finaliste dei playoff di D, resteranno dove sono: tra illeciti, scommesse e gol taroccati sono state tutte penalizzate per i fatti sporchi di Dirty Soccer.

Porta sbarrata anche a chi nell’ultimo triennio è stato penalizzato per il mancato pagamento nei termini stabiliti degli stipendi dovuti a tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori, oltre a ritenute Irpef, contributi Inps e fondo fine carriera. Significa che tra le 9 retrocesse va depennata l’Ischia, che ha subito un -4 nella stagione appena conclusa anche per “ritardi e dichiarazione non veridica” su ritenute Irpef e contributi Inps, ma non il Melfi, punito con un -2 nel gennaio 2015 (stagione precedente) anche per “non aver depositato nei termini stabiliti l’avvenuto pagamento di rate scadute al 30 aprile 2014 delle rateizzazioni dei tributi Iva del 2009, 2010 e 2011 e Irap nel 2010”. Non rientrano tra le infrazioni menzionate dalla Federcalcio, per cui i lucani resterebbero in gioco. Come lo sono sia la Lupa Roma, che punta a trasferirsi a Tivoli non avendo uno stadio a norma, che la Lupa Castelli Romani, penalizzata di 1 punto a novembre scorso ma solo per non aver presentato la fideiussione entro il 30 giugno. Tanto che Antonio Pezone, patron del Racing Club di Ardea, squadra romana di Promozione, a metà maggio ha rilevato le quote della società di Frascati e si sente in corsa per il ripescaggio.

Tra le 9 vincenti dei playoff, vede invece nero la Cavese: nel 2014/15 in Lega Pro era stata penalizzata di ben 6 punti per il mancato pagamento di stipendi a diversi tesserati. A naso non avrà diritto a fare domanda. Stesso destino anche per quei club a cui, nell’ultimo triennio, è stato attribuito il titolo sportivo di società fallite (come il Parma un anno fa) in base all’articolo 52 comma 3 delle Noif: qui rientrerebbero sia il Grosseto che il Reggio Calabria, rifondate l’estate scorsa. Escluse invece solo dalla prima chiamata, e potranno quindi entrare in corsa qualora ci sia poi vacanza d’organico, le società ripescate nelle ultime 5 stagioni. Sono l’Albinoleffe l’anno scorso, Gavorrano e Forlì (in Lega Pro), ma anche la Correggese (in D), tutte nella stagione 2013/14. Occhio alla possibile risalita dalle retrovie del Taranto. Il club pugliese è stato rifondato il 20 luglio del 2012, quindi oltre l’ultimo triennio, sulla base delle Noif della Figc grazie alle 76 stagioni professionistiche disputate nella sua storia. Non solo. Nella stagione 2011/12 aveva subito pure 7 punti di penalizzazione tra inadempienze amministrative e partite taroccate: anche in questo caso le violazioni ricadono al di là dei termini fissati dalla Federcalcio. Per cui il Taranto, nonostante figuri solo tra le perdenti delle semifinali playoff di D, è più che mai ripescabile. Specificato anche che tra le 9 retrocesse Cuneo, Lupa Roma e Castelli Romani sono di fatto le uniche immacolate, tra le vincenti dei playoff di D l’Olbia non sarà ostacolata dalla penalizzazione di un punto subita nella stagione appena terminata per il pasticciato tesseramento dello spagnolo Ortega: la violazione non rientra nelle infrazioni fissate dalla Figc. Inoltre, sempre tra i club di D, si possono depennare anche Lavagnese, Montecatini e Francavilla: non hanno un campo a norma e hanno già rinunciato.
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