L'Italia batte l'Albania 1-0
Okaka, debutto e gol

L'Italia batte l'Albania 1-0 Okaka, debutto e gol
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Martedì 18 Novembre 2014, 22:41 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 18:05
GENOVA - Italia batte Albania 1-0 nell'amichevole giocata a Genova. A segno Okaka a sette minuti dal termine.



IL TABELLINO

ITALIA (4-4-2): Sirigu 6 (27' st Perin sv), De Silvestri 6, Bonucci 6 (39' st Acerbi 6) Moretti 5.5, Antonelli 5.5, Cerci 6.5 (32' st Gabbiadini sv), Parolo 5.5, Aquilani 5.5, Bertolacci 6.5 (25' st Bonaventura 5.5), Destro 5.5 (19' st Matri 6), Giovinco 5 (19' Okaka 7). (6 Rossettini, 5 Rugani, 4 Criscito, 16 Poli, 23 Sturaro). All. Conte 6.5.



ALBANIA (4-5-1): Berisha 7, Hysaj 5.5 (28' st Ajeti sv), Cana 6, Mavraj 6, Agolli 5.5, Lila 6.5 (44' st Rama sv), Abrashi 6 (26' st Shala sv), Kukeli 6 (21' Roshi ), Memushaj 6, Lenjani 6.5 (41' sr Balaj sv), Cikalleshi 6.5 (31' st Slihi sv). (12 Shehi, 23 Frasheri, 6 Curri, 8 Bulku, 11 Vila, 20 Vajushui, 25 Karabeci, 9 Kapplani) All. De Biasi 7.



NOTE: Arbitro: Harkham (Aut) 6 Reti: nel st 37' Okaka Angoli: 10-5 per l'Italia. Recupero: 1' e 4' Spettatori: 26.000 per un incasso di 248mila euro.



GOL: 37' st: al nono angolo per gli azzurri, Okaka gira di testa sul primo palo incrociando su quello opposto. Bella prova nazionale di De Biasi, Conte sorride per il n.9.



PARTITA E COMMENTO

L'Albania alla pari di una nazionale azzurra, seppure sperimentale. L'avranno vista sicuramente così i milioni di albanesi sparsi per l'Europa, anche se alla fine l'amichevole che chiude il 2014 è stata una vittoria dell'Italia B, l'1-0 firmato da Okaka. Il gol del centravanti doriano, subentrato nella ripresa nel suo stadio, regala a Conte un sorriso nel giorno dello sfogo più amaro. I nostri calciatori non vogliono più faticare per diventare campioni, aveva detto il ct.



L'attaccante azzurro di origini nigeriane invece è uno di quelli che smentiscono il pessimismo. Da giovane promessa inespressa, ora è giocatore finito. E probabilmente una risorsa in più per la nazionale sulla via della ricostruzione. Lungo il percorso, la vittoria di stasera a Genova - che poteva essere anche un pari, perchè l'Albania se l'è giocata allo stesso livello - è un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, quasi quanto l'1-1 con la Croazia. Al primo incrocio con la nazionale albanese, la differenza di blasone non ha pesato: merito del lavoro di un tecnico italiano, De Biasi, e conseguenza dell'assetto sperimentale di una partita arrivata solo 48 ore dopo quella di Milano. Non era a questo che Conte guardava, ma alle prove dei singoli. Cerci ha mostrato buone cose, con frequenti errori nell'ultimo attimo; Giovinco ha sofferto oltremodo la preponderanza fisica degli avversari, sprecando forse un'altra occasione. Buono il riscontro di Bertolacci.



Marassi al colpo d'occhio è un'onda rossonera, il colore della bandiera albanese. Lo stadio sembra un tiere di Tirana, sono più dei 10 mila previsti i tifosi che orgoglio nazionale in spalle sono arrivati per la loro nazionale da casa e da tutta Europa. Agli inni, anche gli albanesi sugli spalti cantano Fratelli d'Italia.



Mihajlovic in tribuna ascolta i cori anti-Serbia sotto un cappelletto. In campo, Conte deroga gioco forza alle abitudini tattiche e si affida a uno scolastico 4-4-2, Bonucci capitano. Il test è occasione di minutaggio per Sirigu in porta, ed un esame per tanti. Gianni De Biasi schiera l'Albania con un 4-5-1 guidato in difesa dal laziale Cana, mentre gli esterni Lila e Lenjani velocizzano le giocate d'attacco. L'ordine in campo e la foga agonistica con la quale gli albanesi provano l'assalto agli azzurri spiegano i progressi che sotto la guida del ct italiano hanno portato la nazionale rossonera a scalare le posizioni del ranking Fifa fino a un dignitoso 48/esimo posto. Appena dietro la Serbia.



L'Albania non spreca mai un pallone. L'Italia di stasera è invece assemblata all'ultimo e impiega una ventina di minuti per mostrarsi squadra. Conte insiste a richiamare e incitare Cerci, Aquilani in regia è compassato, Giovinco è spesso a terra. In ogni caso, le occasioni sono azzurre. Cerci apre con un bel triangolo con Bertolacci all'11', il tiro sotto porta fa infuriare Destro libero al centro. Al 20' invece il granata è altruista, da analoga posizione l'assist sul palo impegna Berisha nell'anticipo su Giovinco, che sei minuti dopo fa un bel movimento in giravolta e reclama fallo al limite dell'area mentre Parolo batte ed è parato. La prima cosa bella di Destro arriva invece dopo mezzora, un tiro da limite in controbalzo che sfiora il palo. Lo colpisce invece in pieno, appena sotto l'incrocio, Cikalleshi al 37': il centravanti va in profondità di potenza trascinandosi dietro Moretti e scarica il destro che infiamma il tifo albanese. Subito dopo, al 39', Berisha salva su un gran sinistro dal limite di Bertolacci. C'è aria di gol, Cikalleshi ancora ci prova dope essersi liberato di fino di Bonucci, Sirigu para. Risponde al 46' Berisha, volando sul sinistro a giro di Cerci indirizzato al sette.



La partita è decollata e al ritorno in campo nel giro di sessanta secondi un gol mangiato a testa: al 5' lo spreca Giovinco davanti a Berisha, liberato dalla bella combinazione Cerci-Destro e da un rimpallo, al 6' invece Lenjani, solo in area per un errore di Sirigu che perde il pallone per Cikalleshi. L'Albania ci crede e ripete l'assalto sfruttando la velocità come quando ancora Lenjani, al 16', impegna da fuori Sirigu. Ma un minuto primo era stato Destro a divorarsi il vantaggio aprendo troppo la battuta al volo solo davanti a Berisha, dopo aver creato la giocata con una apertura su Cerci. L'errore del centravanti e l'inconcludenza di Giovinco, pretenzioso in una punizione defilata, portano al cambio della coppia.



Entrano Okaka e Matri, è il primo ad esser subito pericoloso al 23' con un girata sottoporta sulla quale Berisha si supera. Sirigu è invece incerto su una punizione di Lenjani dai 35 metri. La girandola di cambi non toglie verve alla partita e al 37' arriva il timbro di Oakaka: splendida la sua girata di testa su angolo, dal primo palo a giro su quello opposto, l'1-0 consacra il centravanti della Samp come nuova risorsa azzurra. Mentre tre invasori albanesi provano a rovinare la festa, Cana prega l'arbitro di non interromperla e l'Albania ci prova fino all'ultimo, con

Berisha al 94' in area. Il pari non arriva, l'orgoglio non è intaccato.



CONTE SODDISFATTO

«Noi proseguiamo, e intanto abbiamo giocato 6 partite, di cui 5 vinte e una pareggiata. Chi vuole storca la bocca, a noi tocca rimanere zitti e pedalare, questi ragazzi vogliono mettersi in mostra e l'hanno dimostrato anche questa sera». È il commento a caldo, fatto dai microfoni di RaiSport, fatto da Antonio Conte al termine di Italia-Albania. «Mi è piaciuta molto applicazione dei ragazzi - dice ancora Conte -, in un giorno e mezzo abbiamo preparato la partita contro l'Albania che ha giocato con la squadra titolare e ha pareggiato con Portogallo e Francia». Quanto si può contare su questi giovani? «Non è un buon momento, dovete avere pazienza e far lavorare le persone - risponde Conte -. Cercheremo di fare anche qualche riunione per capire la situazione in generale. Io ho bisogno di lavorare, restare quattro mesi senza questi ragazzi è un problema». «Poi se la Nazionale viene dopo tutto e tutti è giusto che me lo facciano sapere - conclude il ct -. Ma dobbiamo continuare così, nessuno ci aiuta e siamo soli contro tutti".







IL FUORI PROGRAMMA

Fuori programma durante il secondo tempo dell'amichevole Italia-Albania in corso a Genova con la pacifica invasione di campo al 24' del secondo tempo dell'amichevole Italia-Albania in corso a Genova. L'invasore, un tifoso albanese, è entrato sul terreno di gioco con la bandiera dell'Albania che si è fatto autografare da Cana. Ottenuto l'autografo il tifoso si è allontanato pacificamente. Altri due supporter albanesi sono entrati in campo alla mezzora e se ne sono andati dopo aver abbracciato i giocatori. Ad evitare la sospensione della partita da parte dell'arbitro è intervenuto Cana che ha invitato i supporter albanesi a non invadere il campo. Poi il gioco è ripreso.



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