Mancini, l'ipotesi di lasciare l'Italia
Per adesso chiede rinforzi a Thohir

Roberto Mancini tecnico dell'Inter
Roberto Mancini tecnico dell'Inter
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Lunedì 25 Gennaio 2016, 20:22
MILANO - Strani movimenti, ipotesi particolari. E adesso la tentazione c'è: quella di abbandonare un calcio italiano, nel quale non si riconosce più, i cui valori sono sempre più lontani dalla sua sensibilità e che è sempre più prigioniero di limitanti restrizioni finanziarie. Per Roberto Mancini non è un momento felice: prima la lite con Sarri che lo ha ferito e toccato, poi la squadra che non risponde come lui vorrebbe. L'Inter del girone di ritorno appare in crisi e confusa, incapace di tenere il passo di Napoli e Juventus, costretta all'imbarazzante pareggio casalingo con il piccolo Carpi. Il terzo posto non è scontato, dice amaro l'allenatore che strapazza la sua squadra, criticandola con parole crude. Mancini quasi 'sfottè Icardi. «A 50 anni avrei segnato anche io», sono state le prole non propriamente elogiative del tecnico nel commentare le occasioni sciupate da Icardi. Mancini vorrebbe ampi budget e una squadra competitiva anche se questa Inter è più che mai una sua creatura. Per questo non può declinare ogni responsabilità nella preoccupante flessione delle ultime cinque partite: la crisi di gioco ha delle radici e delle spiegazioni da ricercare non solo nella qualità dei giocatori ma anche nel nevrotico e compulsivo cambio di modulo (21 volte in 20 partite).

La difesa, punto di forza dell'Inter capolista dell'andata, perde sicurezza. Il centrocampo stenta nella fase di costruzione e di ispirazione della manovra, l'attacco è troppo dipendente da Icardi, sempre meno propenso a collaborare con i compagni, superbo e isolato nel suo 'aventinò calcistico. I punti interrogativi sono rappresentati da Kondogbia, Perisic, Melo e non solo. Jovetic è un caso. L'Inter non gira e il mercato non decolla con Thohir poco propenso ad accontentare Mancini, nonostante lo coccoli e lo blandisca continuamente. Vendere giocatori come Juan Jesus, Ranocchia, Santon è più difficile del previsto. Con l'affare Guarin in Cina si potrebbe pensare al colpo grosso, Lavezzi a gennaio. Eppure il trentenne fantasista argentino rischia di essere l'ennesimo solista in una squadra patchwork. Il centrocampo avrebbe bisogno di un regista di classe e non solo della grinta di Medel, troppo rozzo per fare il direttore d'orchestra di una squadra che fino a pochi giorni fa lottava per lo scudetto. Mancini sembra insofferente: forse non si sente davvero protagonista di un calcio che stride con la sua eleganza e riservatezza. Per ora - dice - non c'è niente ma l'Inghilterra non è poi così lontana.
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