Il Matelica e la squalifica di Titone
Come finirà il ricorso della Jesina

Mario Titone, 28 anni, domenica scorsa durante Jesina-Matelica finita 3-1 per gli ospiti
Mario Titone, 28 anni, domenica scorsa durante Jesina-Matelica finita 3-1 per gli ospiti
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Martedì 17 Gennaio 2017, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 23:11
ANCONA - Potrebbe davvero finire con un autogol allucinante: partita persa a tavolino al Matelica e Mario Titone costretto a far da spettatore domenica contro il San Nicolò per non rischiare di perderne altre. Danza tra un balletto di date e la giusta interpretazione dell’articolo 22 comma 5 e 6 del Codice di Giustizia Sportiva, l’epilogo della vicenda innescata dal ricorso inoltrato dalla Jesina dopo il derby di Serie D perso 3-1 domenica con i matelicesi. I dubbi, espressi dal presidente leoncello Marco Polita nel dopo gara, sono più che legittimi. Come è stata decisa la risposta di Roberto Chiavari, direttore generale del Matelica, convinto che l’attaccante siciliano abbia già scontato con il Piacenza entrambe le giornate di squalifica finite nell'occhio del ciclone.

Tutto inizia il 9 dicembre scorso, quando l’esterno di 28 anni, 19 gol la stagione passata con la Samb, viene ingaggiato dal Matelica. Rinuncia a un biennale con il Piacenza in Lega Pro e scende nei dilettanti. L’ultima gara disputata con gli emiliani risale al 27 novembre: derby rovente contro la Pro Piacenza vinto 1-0. Quella domenica Titone viene espulso insieme all’avversario Sane. Le conseguenze disciplinari sono due giornate di squalifica comminate dal Giudice Sportivo martedì 29. Un turno lo sconta il 4 dicembre, quando il Piacenza perde 4-1 con il Racing Roma. Il martedì successivo (occhio: era il 6) il club emiliano annuncia il divorzio da Titone, che il venerdì successivo è già avvistato dalle parti di Matelica. Ora diventa essenziale conoscere la data esatta in cui è stato svincolato dal Piacenza, perché mercoledì 7 dicembre s’è giocata pure Livorno-Piacenza 2-2. Per cui se Titone risultasse svincolato dopo quella gara, il Matelica tirerebbe un bel sospirone, in caso contrario proprio no. Basta leggere l’articolo 22 del Codice di Giustizia Sportiva per capire. Perché, “qualora il calciatore colpito dalla sanzione abbia cambiato società, anche nel corso della stagione, o categoria di appartenenza, la squalifica è scontata per le residue giornate in cui disputa gare ufficiali la prima squadra della nuova società o della nuova categoria di appartenenza“.

Dato che il bomberone scende dai professionisti nei dilettanti, prima di poter essere schierato in campo deve trascorrere un mese dall’ultima partita disputata con il Piacenza, ovvero quella del 27 novembre. Per cui è abile e arruolato solo a partire dal 27 dicembre e le gare con il Romagna Centro dell’8, con la Sammaurese dell’11 e con il Pineto del 18 dicembre non fanno testo. La prima partita in cui Titone può essere schierato in campo è di fatto quella dell’8 gennaio contro l’Alfonsine, rinviata però per neve. Una causa di forza maggiore che non ha affatto il potere di cancellare il possibile residuo di squalifica, perché, stando al comma 5 dell’articolo 22, “se la società rinuncia alla disputa di una gara alla quale il proprio calciatore squalificato non avrebbe potuto prendere parte per effetto di squalifica, la sanzione disciplinare non si ritiene eseguita e il calciatore deve scontarla in occasione della gara immediatamente successiva“. Appunto il derby Jesina-Matelica.
 
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