L'hair stylist Lorenzo Bernardini: «Temevo il barbiere, folgorato dal lavoro»

L'hair stylist Lorenzo Bernardini: «Temevo il barbiere, folgorato dal lavoro»
L'hair stylist Lorenzo Bernardini: «Temevo il barbiere, folgorato dal lavoro»
di Elisabetta Marsigli
5 Minuti di Lettura
Domenica 14 Gennaio 2024, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 07:25

PESARO - Da piccolo aveva il terrore del barbiere, peggio di quello per il dentista, ma ora è uno degli hair-stylist più in vista di Pesaro: stiamo parlando di Lorenzo Bernardini, che ha ricevuto la targa come miglior parrucchiere di Sanremo 2023 e ha recentemente preso parte, come esperto di bellezza, alla trasmissione Switch Style di Elisabetta Gregoraci.

Nato a Urbino nel 1976, Lorenzo ha passato la sua infanzia, fino ai 14 anni, a Borgo Pace: «La natura mi ha affascinato sin da piccolo: ricordo ancora come osservavo le foglie dell’albero fuori dalla finestra della mia scuola elementare.

Sfumature infinite che si alternavano con le stagioni e se chiudo gli occhi ne sento ancora il profumo». Un paradiso per gli occhi e per il cuore: «Il verde e gli animali erano il mio mondo preferito», ma il suo desiderio era fare il falegname: «Mi ero fatto regalare un set apposito e passavo intere giornate a creare anche piccole sculture in legno. Se andavo a fare il bagno al fiume con gli amici, io ero lì a creare ruote e mulini di legno con i rami. Il bello è che queste piccole e artigianali costruzioni poi funzionavano e giravano nell’acqua. Ero specializzato anche nella costruzione di casette di legno per i presepi, anche fatte con stuzzicadenti o fiammiferi».

Ma, anche se impegnato con il suo hobby preferito, Lorenzo non disdegnava la compagnia, anzi: «Ero sempre in mezzo alla gente, mai da solo e sempre con persone più grandi di me: legavo più con loro che con i miei coetanei. Mi piaceva molto anche stare all’aria aperta, ero sempre in giro». Nonostante questo poetico amore per la natura e per la socialità era anche un bimbetto dispettoso: «Mia nonna ne sa qualcosa (ride). Ero spesso con lei, mentre i miei lavoravano, e gliene combinavo tante: dal nasconderle gli occhiali, al farmi portare a scuola a cavalluccio, perché sennò non ci volevo andare». Alla nonna materna è legato anche da un ricordo dolcissimo: «Mi portava tutti i giorni sotto un albero di fico e mi leggeva la storia del leone che aveva una spina nella zampa e chiedeva aiuto a tutti gli animali per farsela togliere. Un libro vecchissimo di quando era bambina mia mamma. Ma quando sono cresciuto sono venuto a sapere che mia nonna non sapeva né leggere né scrivere e quindi si era imparata a memoria tutta la storia per poter far finta di leggermela ogni giorno. Ho fatto restaurare quel libro e lo conservo ancora oggi con amore».

A scuola è sempre andato benissimo: era bravo e amava la socialità. Insomma un bambino molto responsabile, forse anche perché quando aveva 8 anni è nata la sorella e poco dopo suo fratello: «Ero io a doverli seguire a casa e abbiamo sempre avuto un bel rapporto, tanto che un giorno, in una specie di lotta fatta giocando, feci cadere mia sorella dal letto e si ruppe un braccio. Nessuno di noi rivelò mai nulla ai nostri genitori sulle dinamiche reali, rimase “un incidente”». Tra i suoi ricordi anche le vacanze estive passate in Toscana, a casa della nonna paterna: «Ci ritrovavamo con tutti i cugini in campagna, in mezzo ad un bosco. Una vera favola per me». Nel frattempo si avvicinava il momento di decidere le scuole superiori e, data la sua creatività, i suoi genitori spingevano per fargli fare la scuola da geometra.

«Successe però che nella pausa estiva i miei mi fecero andare a lavorare da un barbiere a Mercatello. Era una vecchia e storica barbieria, di cui ricordo ancora i profumi, dove si regalavano i calendarietti profumati con le donnine nude. E lì ebbi la folgorazione: quel lavoro mi piaceva e quello avrei voluto fare nella vita». Ed è così che il destino lo ha riportato a Pesaro a frequentare la scuola parrucchieri: «Prima che mia mamma lavorasse negli asili e mio babbo alle Poste, entrambi facevano le stagioni negli hotel: l’anno che vennero a lavorare a Pesaro, mia madre restò incinta di me. Non sono mai riuscito a farmi dire in quale hotel successe, ma da quando l’ho saputo mi sento un po’ pesarese». La sua avventura a Pesaro inizia quindi a 14 anni: «Per me era una vera metropoli: mi ero fatto un disegno con le vie che dovevo percorrere appena sceso dalla corriera. Non esistevano i cellulari e dovevo cavarmela da solo». Il suo primo salone lo ha aperto nel 1999, a soli 22 anni, al primo piano di un palazzo in via Contramine. La curiosità? Claudio Baglioni lo ha già prenotato per il suo look prima del concerto di giovedì 18 gennaio alla Vitrifrigo Arena.

© RIPRODUZIONE RISERVATA