Murrone, presidente del Circolo Baratoff: «A 4 anni Luca era già un talento. È amico di Sinner, si danno consigli»

Murrone, presidente del Circolo Baratoff: «A 4 anni Luca era già un talento. È amico di Sinner, si danno consigli»
Murrone, presidente del Circolo Baratoff: «A 4 anni Luca era già un talento. È amico di Sinner, si danno consigli»
di Gianluca Murgia
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 16:20

Ronni Murrone, presidente del Circolo Tennis Baratoff: si ricorda la prima volta che ha visto Luca Nardi?

«Avrà avuto 4-5 anni. Ancora non passava con la testa la rete ma sapeva già tenere in mano, benissimo, la racchetta».

È vero che veniva al campo per vedere il fratello più grande?

«Sì, Luca ha iniziato seguendo le orme di Niccolò, buon giocatore di club, seconda categoria».

Il talento era evidente.

«Aveva fin da subito grande facilità di tennis: madre natura ha avuto una bontà assoluta».

Cosa si prova a vedere un proprio allievo, tesserato, battere il numero 1 al mondo?

«Non si può raccontare. C'è un percorso che nasce 17 anni fa, con vittorie ma anche aspettative spesso non mantenute».

Si spieghi meglio.

«Luca è stato precoce. Fino all’Under 14 ha vinto mondiali, vinto under 12 italiani. Poi ci sono stati momenti più complicati».

Stavate aspettando la svolta.

«È arrivata nella fase più delicata di questo torneo: da lucky loser ha battuto il cinese Zhang n. 50. Poi questo scoglio insormontabile, Djokovic: ha vinto Luca, non ha perso Nole. Ha condotto lui la partita. E qui, a Pesaro, qualcuno ha pianto».

Orgoglio pesarese?

«Luca non è solo un nostro allievo ma è pesarese. Ora è accanto Magnini e Valentino Rossi. Ha lavorato per ritagliarsi questo spazio ed entrare nella vita quotidiana dei pesaresi».

Dove ha visto la partita?

«Sul letto di casa ma eravamo collegati tutti su Whatsapp al gruppo di Gege, dove il tennista più giovane sono io che di anni ne ho 68. A ogni punto volavano i messaggi».

Nel gruppo di ascolto c’è anche Catervo Cangiotti?

«Immancabile».

Per gli 85 anni di Cangiotti, va ricordato, Nardi gli regalò una partita insieme alla Baratoff.

«Luca fu formidabile nella sua semplicità e disponibilità, il segno distintivo della sua famiglia che vive con partecipazione il figlio ma vuole stare nell'ombra».

Che ragazzo è Luca?

«Gentile ed educato.

Non vuole mai apparire: è il tratto che contraddistingue la nuova formidabile generazione di tennisti italiani. Non a caso è molto amico di Sinner. Si danno consigli».

Intanto per i suoi 20 anni ha voluto in regalo un albero.

«Gli abbiamo chiesto cosa volesse e lui, che aveva appena vinto un torneo, ha detto: rendiamo ancora più bello il Circolo, piantiamo un olivo. Così ora l’albero cresce con la sua classifica».

C'è un giocatore che le ricorda Nardi?

«Per la facilità di gioco direi Djokovic. Ma non facciamo azzardi».

Lo scorso novembre ha deciso di cambiare staff e passare con Galimberti.

«Fa parte della vita del tennista professionista, non sposta di una virgola il nostro rapporto. L’importante è che lui sia contento, visto che vive 40 settimane all’anno lontano da casa. Però va detto: buona parte dello staff è rimasto quello vecchio».

Ed è rimasto membro del Ct Baratoff.

«Fa ancora parte della nostra squadra B1 nazionale. Speriamo di rivederlo presto, ma sarà dura».

E ora?

«Tempo fa ho scommesso con un amico che Luca sarebbe arrivato nei primi 50 nel momento in cui avesse trovato la calma interiore. Sottoscrivo. E vedo la luce in fondo alla mia scommessa».

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