PESARO - Cani che sporcano e telecamere distrutte, la lite tra proprietario e affittuario finisce in tribunale. Sul banco degli imputati un 57enne accusato da chi gli aveva affittato casa di aver distrutto le telecamere di videosorveglianza del cortile. Il proprietario aveva più volte detto all’inquilino di non lasciare in giardino il cane. Questo perché aveva trovato i bisogni sparsi. E si era appellato al contratto di affitto che non permetteva di utilizzare quella porzione di giardino come sgambatoio.
Serie di alterchi
Ma le liti erano continuate, tanto che il proprietario aveva installato delle telecamere di videosorveglianza e aveva fatto presente al vicino che la situazione era chiara e che avrebbe dovuto smetterla perchè ci sarebbero state delle riprese.
«Sta dentro casa se no t’ammazzo»: questa la minaccia contestata. La versione dell’imputato è opposta. Ovvero avrebbe chiesto di spostare la telecamera che puntava sulla sua camera da letto. Di fronte al rifiuto, l’avrebbe spostata da solo, danneggiandola. Il proprietario si è costituito parte civile tramite l’avvocato Francesco Coli. Mentre l’imputato è difeso dal legale Matteo Mattioli che ha evidenziato in aula un difetto di querela. Il pm ha chiesto la condanna a 7 mesi, il 24 gennaio la sentenza.
Terreni contesi
Altro caso di rapporti tesi tra vicini per questioni di terreni. Due uomini di 49 anni e una donna di 48 erano accusati di danneggiamenti per aver rimosso muretto di separazione, cancello e rete di delimitazione dei terreni. Per loro l’accusa anche di violenza privata per aver messo un lucchetto che impediva l’ingresso al vicino. Un terreno conteso appartenuto alla parte offesa, ma che ora è dei tre dopo la messa all’asta. Difesi dall’avvocato Enrico Maria Paci sono finiti a processo,il giudice li ha assolti perché il fatto non sussiste.