«Ennio Morricone, genio raro». Il recital con Stefano Masciarelli domani a Santa Vittoria in Matenano insieme al fisarmonicista Diego Trivellini

«Ennio Morricone, genio raro». Il recital con Stefano Masciarelli
«Ennio Morricone, genio raro». Il recital con Stefano Masciarelli
di Chiara Morini
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Sabato 9 Dicembre 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 12:38
La leggenda di Ennio Morricone rivivrà domani, domenica 10 dicembre, alle ore 17,30, nel teatro Del Leone di Santa Vittoria in Matenano. Protagonista Stefano Masciarelli che, insieme al fisarmonicista Diego Trivellini, porterà sul palco “Quella volta che Ennio mi raccontò”, nell’ambito del festival Storie (info. 339 3706029).
Stefano Masciarelli, come nasce lo spettacolo?
«Nasce a Fabriano, di fatto è Made in Marche, l’ho realizzato insieme al mio amico d’infanzia Massimo Cardinaletti. Con Trivellini spulciamo le sue musiche da film e le sue canzoni, perché lui è conosciuto per le colonne sonore, ma ha fatto molte canzoni, come “Se telefonando”. Prendiamo il pubblico per mano e lo accompagniamo attraverso un viaggio fatto di musica e di aneddoti che non conosce». 
Che ritratto esce di Morricone?
«Dallo spettacolo esce un Morricone umano, con il grande amore che provava per sua moglie: ogni giorno le portava una rosa, le scriveva lettere o frasi, il suo amore per lei era unico nel suo genere. Viene da dire un uomo alla vecchia maniera, nel modo di fare, non sembrava un musicista, era un genio umano e raro. Si sedeva su uno sgabello, a mangiare la frittata della moglie e chiedeva, ai musicisti presenti con lui, se voleva favorire. Lui non amava molto scrivere musiche da film, diceva “Troppo facile”, lui amava sperimentare con la musica contemporanea».
Lo ha mai conosciuto?
«Purtroppo no. Un peccato, stavo per farlo, invitato da un’attrice ballerina con cui ho collaborato anni fa, ma non ho potuto esserci».
Quanto manca Morricone alla musica?
«Io conosco la musica, ho una band da diversi anni e posso dire che mancano talenti unici come lui, che scrivano partiture come queste di Morricone, eccellenze musicali».
Cosa penserebbe della musica di oggi il Maestro?
«Non so dire cosa penserebbe della musica di oggi, con questi rap, trap, autotune, mi chiedo dove siano voci e musica oggi. Venti giorni fa, ero ad Ancona, facendo ascoltare Battisti e trap: nella trap a volte le donne sono trattate peggio degli oggetti. Tornando a Morricone invece, lì c’è poesia pura: tutti ascoltiamo ancora i suoi pezzi, le bande lo suonano costantemente: nella mia band i 3 fiati, che lavorando in bande, provano continuamente Morricone, fanno almeno un pezzo».
Continua la collaborazione con Trivellini…
«Ho conosciuto Diego ormai venti anni fa, lui è molto bravo e fa tutto con la sua fisarmonica».
Qui comicità non ce n’è?
«No, lo spettacolo è spumeggiante, è leggero, molto frizzante. La comicità la porto avanti in altro, in questo spettacolo ci sono momenti buffi, a volte comici. Ma non si può parlare, qui, di comicità».
Masciarelli e le Marche?
«Le Marche? Ci sono nati mio padre, mia nonna, gli zii. Io sono solo nato a Roma, ma fino a 18 anni ho trascorso moltissimo tempo vivendo nel paese d’origine, a Pescara del Tronto. Le Marche sono la mia seconda patria, è stato micidiale quello che è successo nel 2016. Non vedo l’ora, ogni volta, di essere nelle Marche, il mio è un forte rapporto carnale con la vostra regione.
 
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