CARRARA Il pareggio di una settimana fa contro la Vis Pesaro, oggettivamente, va classificato come una beffa. Quello che stava per arrivare ieri nel fortino della Carrarese, invece, sarebbe stato un autentico miracolo dal cielo per l’Ancona. In dieci per oltre un tempo, sorretta da un Perucchini stratosferico, la truppa biancorossa sembrava essere riuscita nell’impresa di non soccombere nonostante un numero minimo di occasioni create. Sia in parità sia in inferiorità numerica. Certo però, a proposito di beffe, che perdere per una rete al novantasettesimo fa veramente male. Specie in un contesto laddove la classifica non è rosea nella zona medio-bassa.
Peli, che follia
Al netto delle frasi fatte di circostanza pronunciate da mister Donadel alla vigilia («Andiamo per vincere») il vero obiettivo è lampante: restare in partita, non perdere e portare nelle Marche un punto.
Paradossi e docce gelate
La seconda frazione è il manifesto del paradosso. L’Ancona spaesata dell’inizio assume sicurezza nel difendere - in dieci - ma non produce comunque niente a livello offensivo, ad eccezione di un paio di sortite sull’asse Paolucci-Cioffi. La Carrarese, abile palleggiatrice prima di rientrare negli spogliatoi, si disunisce attaccando in modo disordinato e sconclusionato. A tempo più che scaduto, però, arriva la freccia velenosa di Zuelli che fa arrendere anche Perucchini. Perchè se una squadra mostra dei limiti, come il calcio insegna, la maggior parte delle volte non è neanche fortunata.
Lunedì di valutazioni
Sarà un lunedì di valutazioni, per tutti. Nessuno escluso, tantomeno Donadel. Prestazione e approccio, al di là dell’esito, sono mancate. E un rosso come quello incassato da Peli non è giustificabile a certi livelli. Domenica si salirà nella vicina Rimini, una trasferta nostalgica che rievoca tanti ricordi nella mente dei tifosi dorici. Quegli stessi tifosi dorici che al Dei Marmi, in 121, non hanno mai smesso di incitare la squadra. E che non meritavano, loro più di tutti, un epilogo del genere.