Boscaglia è la scelta giusta: ecco perchè. La prima puntata dell'inchiesta del Corriere Adriatico sull'Ancona del futuro. Le ultime sul summit di Hong Kong

Boscaglia è la scelta giusta: la prima puntata dell'inchiesta del Corriere Adriatico sull'Ancona del futuro. Le ultime sul summit di Hong Kong
Boscaglia è la scelta giusta: la prima puntata dell'inchiesta del Corriere Adriatico sull'Ancona del futuro. Le ultime sul summit di Hong Kong
di Peppe Gallozzi
5 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Maggio 2024, 01:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 09:26

Dalla dirigenza all’allenatore fino alla squadra: da oggi facciamo noi le mosse per il futuro. Manca solo l’ufficialità per il prolungamento del contratto del tecnico: è un ottimo inizio. Ha centrato la sofferta salvezza in appena 5 turni. Con il decisivo blitz esterno a Pescara

Roberto Boscaglia è l’allenatore giusto da cui l’Ancona del futuro deve ripartire. Lo ha detto il campo, giudice supremo e universale al quale affidarsi. In particolare nel mondo del calcio. Con sole cinque giornate a disposizione, raccogliendo una formazione in piena zona playout (e mentalmente rassegnata agli spareggi retrocessione) è riuscito nella prodezza di centrare la salvezza diretta da quintultimo in classifica sfruttando la regola del distacco superiore a otto punti (+11) sulla Fermana penultima. Un’impresa la sua, e solo la sua, viste le tempistiche e il contesto deficitario dove si è trovato ad operare. 


L’incredibile weekend 

Boscaglia, cinque promozioni in carriera (di cui due, con Trapani e Entella, dalla C alla B) ma anche quattro esoneri, arriva all’ombra del Conero all’indomani della rovinosa sconfitta di Recanati. Una debacle costata la panchina a Gianluca Colavitto, le dimissioni del direttore sportivo Francesco Micciola e la dura contestazione alla squadra dei propri tifosi con la polizia in tenuta antisommossa all’esterno degli spogliatoi del Tubaldi e i vetri del pullman in frantumi nel momento del ritorno al Del Conero.

Il mister di Gela, quel sergente estremamente superstizioso artefice del miracolo Trapani condotto dai dilettanti fino al tempio di San Siro in Coppa Italia, non ha avuto paura. Si è rimesso, con calma e razionalità, in gioco dopo le delusioni di Palermo e Foggia facendo valere esperienza e temperamento. 

Il marchio di fabbrica

Inizialmente, a livello tattico, non ha toccato nulla confermando lo sterile 3-5-2 che non aveva prodotto granchè sotto la gestione Colavitto. Poi - anche qui con coraggio e consapevolezza - ha deciso di imprimere il suo tocco varando nelle ultime partite un 4-2-3-1 determinante. Non è escluso che, un domani, le basi poste nel finale di stagione possano culminare nel 4-3-1-2 vero marchio di fabbrica del Boscaglia pensiero messo in mostra in tutte le piazze dove si è trovato ad allenare. Un altro aspetto a suo favore è quello relativo ai giocatori. Ha posto le fondamenta intorno ai cosiddetti senatori. Un nucleo che le precedenti gestioni tecniche non avevano saputo coinvolgere e sfruttare. Ne sono prova i rendimenti dei vari Perucchini, Mondonico, Pasini, Gatto, Paolucci e Spagnoli. Ma anche la centralità di un giocatore come D’Eramo, uno dei pochi reduci dal gruppo storico degli ultimi anni, all’interno dello spogliatoio. Non solo, Saco in posizione di trequartista si è rivelato prezioso (vedi le sfide con Sestri Levante e Pescara) e anche Cioffi - dopo i tre turni di squalifica rimediati nella già citata disfatta di Recanati - ha fatto vedere cose di altra categoria nel derby dell’Adriatico. Per non parlare di elementi come Barnabà, Basso e Agyemang che, nei loro limiti, sono comunque riusciti a fornire il proprio contributo nella volata conclusiva.

Il rinnovo a un passo

In virtù della salvezza conquistata, Boscaglia può esercitare entro il 30 giugno l’opzione per il prolungamento di altri 12 mesi. Molto legato all’ad Nocelli e al preparatore Virgili (è stata loro l’intuizione di portarlo nelle Marche), le sue condizioni per rimanere alla guida del Cavaliere armato sono semplici: progettualità ambiziosa e interventi nella rosa. Fattori che il presidente Tiong, nel dopo gara di Ancona-Lucchese, ha già garantito. Nel frattempo, aspettando la fumata bianca da Hong Kong, il tecnico ha già visionato la sede del ritiro di Cingoli godendosi nel suo tempo libero le bellezze di Portonovo (tra cui i moscioli del celebre Ristorante Laghetto di Marcello Nicolini, di cui è diventato vero estimatore) e del Conero. Da buon amante del mare. Sempre a proposito di scelte giuste. 

LE ULTIME DA HONG KONG

Cena operativa tra Tiong e Nocelli: oggi nuovo incontro poi il volo di ritorno

ANCONA Ieri sera intorno alle 20.30, ora locale di Hong Kong, si è tenuta la cena operativa asiatica tra il presidente Tony Tiong e l’amministratrice delegata Roberta Nocelli. La prima parte del summit determinante per i programmi futuri dell’Ancona nella prossima stagione si è così svolta a tavola e proseguirà, questa mattina, negli uffici del quartier generale lavorativo della famiglia Tiong. Una volta terminato l’incontro, al netto di stravolgimenti e imprevisti sulla tabella di marcia, la Nocelli (partita insieme all’avvocato del club Francesco Milanese, già traduttore del patron in sala stampa al Del Conero con i giornalisti dopo Ancona-Lucchese) farà subito ritorno in Italia dove è attesa all’Aeroporto di Fiumicino venerdì mattina. Bocche cucite sugli argomenti di discussione - sarà redatto probabilmente convocata una conferenza stampa a stretto giro, forse già sabato - ma è intuibile comprendere di che cosa si sia parlato. Dal futuro di Roberto Boscaglia sulla panchina (che ha chiesto alla proprietà determinate garanzie in termini di ambizioni e progettualità) fino alla scelta del nuovo direttore sportivo che dovrà sostituire Francesco Micciola. Passando infine per il budget da destinare alla prima squadra per un campionato di vertice, la questione rinnovi contrattuali e anche il centro sportivo per il quale nelle prossime settimane è atteso in città il faccia a faccia tra Tiong e il sindaco Daniele Silvetti per la firma del rogito notarile. 

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