Il ds (ex dorico) Fabio Lupo guarda al futuro: «Per me questa Ancona non va smantellata. Ci sono elementi da cui ripartire»

Il ds (ex dorico) Fabio Lupo guarda al futuro: «Per me questa Ancona non va smantellata. Ci sono elementi da cui ripartire»
Il ds (ex dorico) Fabio Lupo guarda al futuro: «Per me questa Ancona non va smantellata. Ci sono elementi da cui ripartire»
di Ferdinando Vicini
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Venerdì 3 Maggio 2024, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 11:26

Ha assistito a molte partite dell’Ancona durante il campionato, Fabio Lupo è sempre molto legato ai colori biancorossi. Profondo conoscitore della categoria, ha alle spalle una lunga esperienza da direttore sportivo in piazze importanti come Torino, Venezia, Spal, Ascoli, Sampdoria, Juve Stabia, Palermo. L’interlocutore giusto per indagare questa sofferta stagione.

Lupo, una salvezza sofferta come quella dell’Ancona ha molte cause. 
«Secondo me si tratta di una squadra dai buoni valori tecnici.

Era destinata ad un campionato diverso. Gente come Spagnoli, Gatto o Paolucci non ce n’è tanta in Serie C. Però quando le stagioni si incanalano male diventa difficile invertire la rotta».

 
Dopo il taglio di Donadel lei avrebbe richiamato un allenatore come Colavitto a sua volta esonerato da poco?
«Alcune situazioni vanno viste dall’interno. Dipende dai rapporti e dal legame che Colavitto aveva mantenuto con la squadra».

Micciola si è dimesso dopo il rovescio di Recanati, una decisione motivata dal ds con l’intento di dare una scossa alla squadra. Come giudica la scelta del suo collega?
«Conosco Micciola, so quanto deve essergli costato dimettersi però credo che il suo gesto possa aver colto nel segno. Vista la reazione dell’Ancona nelle ultime gare, credo che vada dato atto a Francesco di aver compiuto una scelta dolorosa ma efficace».

Secondo la sua esperienza quale sarebbe stata la giusta posizione di classifica dell’Ancona 2023-24?
«Squadra da playoff. Anzi in condizioni normali batterebbe sicuramente almeno la metà delle altre compagini qualificate. La formazione che ho visto superare il Pescara saprebbe farsi valere».

Quanto ha inciso l’arrivo di Boscaglia nel raggiungimento della salvezza?
«Direi che ha saputo intervenire apportando i giusti correttivi. L’ho visto all’opera a Pescara, gara preparata e gestita con sagacia tattica. Mi è piaciuto anche il suo comportamento dalla panchina».

La società è alla ricerca di un ds, se toccasse a lei programmare il rilancio dell’Ancona rivoluzionerebbe l’organico attuale?
«Coerentemente con quanto ho detto circa il valore della rosa, ripartirei da una base tecnica e morale che la squadra ha dimostrato di avere. Esiste un nucleo di calciatori valido che va opportunamente integrato da nuovi profili».

Il patron Tiong ha dichiarato che intende allestire una formazione competitiva per l’alta classifica.
«Consentitemi di citare un esempio che abbiamo vissuto di persona nell’Ancona che conquistò la Serie A nel 1992. Castellani e Guerini partirono dal gruppo storico di Gadda, Fontana, Bruniera, procedendo con inserimenti mirati. Per esempio, servivano mediani di corsa utili ad affiancare Gadda ed arrivammo io e Pecoraro; serviva un centrale arcigno accanto ad uno di classe come Bruniera e presero Mazzarano. Non arrivarono grandi nomi ma tutti elementi funzionali ad un progetto chiaro e ben definito».

Serve un budget importante per vincere la C?
«Tanti soldi aiutano a vincere, vedi il Cesena. Ma è possibile centrare l’obiettivo anche con un budget più ridotto, come hanno dimostrato quest’anno sia la Juve Stabia che il Mantova».

Come scegliere i calciatori giusti evitando gli errori di questa stagione?
«E’ fondamentale acquisire calciatori che considerino Ancona un punto di arriva importante, non una stazione intermedia. La storia dell’Ancona e la sua tifoseria vanno rispettate».

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