Vignato, giustiziere della Lazio "battezzato" da Totti

Vignato, giustiziere della Lazio "battezzato" da Totti
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Sabato 20 Aprile 2019, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 18:49
Quasi due anni fa, era il 20 maggio, l'esordio in serie A. Al Bentegodi era di scena la Roma a caccia della qualificazione Champions. Nel finale di quella partita, vinta 5-3 dai giallorossi, si scaldano uomini di entrambe le panchine. Per il Chievo si prepara ad entrare e a fare il suo esordio in serie A un ragazzo di 16 anni, veneto di Negrar (città natale dell'ex giallorosso Tommasi oggi presidente dell'Associazione Italiana Calciatori) e di mamma brasiliana: Dna da calciatore garantito. Lui si chiama Emanuel Vignato e invece di fremere per mettere per la prima volta piede sul prato dei grandi, resta imbambolato a guardare chi si sta preparando a entrare insieme a lui.

Come biasimarlo? Quel giallorosso in tuta che si corricchia e si allunga per evitare guai ai suoi muscoli stagionati e Francesco Totti di anni 40 e 250 gol segnati in serie A, alla penultima recita prima dello struggente addio al calcio una settimana più tardi nel match con il Genoa. Avesse avuto carta e penna o telefinino con sé, Vignato si sarebbe lasciato andare ad autografo e selfie. A "svegliarlo" dal torpore ammirato Totti in persona: «E tu chi sei?». «Sono Emanuel Vignato, piacere», col viso arrossato dalla timidezza. Una carezza del Capitano per una carriera al tramonto che "battezzava" una storia all'inizio. Oggi il gol di Vignato alla Lazio, sul prato dell'Olimpico. C'è chi ci ha letto un preciso messaggio del destino.
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