Dzeko torna Cigno, segna e firma la pace con ElSha

Edin Dzeko
Edin Dzeko
di Alessandro Angeloni
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Sabato 13 Aprile 2019, 20:27 - Ultimo aggiornamento: 21:06
Il cigno è tornato, più bello di prima. Non è più un anatroccolo, brutto e nervoso. Perché a Roma si diventa inutili in un batter di ciglia. Anatroccoli, appunto. Capita. Quest’anno è toccato a Dzeko, lui che per tutti era (ed è) il cigno di Sarajevo. Una volta perché è nervoso, un’altra perché se la prende con El Shaaarwy, un’altra perché sbaglia un gol, un’altra ancora perché sì. Colpa di uno che alla Roma ha regalato in questi anni gol e momenti splendidi, vedi la cavalcata in Chapions nella passata stagione. Quest’anno non benissimo, ma nessun allenatore ha mai rinunciato a lui e forse un motivo ci sarà. Edin ha tirato il carro fino aoggi, con i suoi appena 8 gol in campionato e cinque in Champions League. Peggior stagione romanista come rendimento e 13 reti in tutto. Bah. Ciò che di lui piace agli allenatori e questo essere uomo squadra prima che uomo gol, ma poi alla fine la critica è impietosa e si ferma al numero delle reti segnate, che per lui non sono tantissime. Dzeko molto probabilmente a fine stagione andrà via, perché il suo contratto è oneroso e nessuno a Trigoria è convinto di allungarlo, pure alla luce della sua età non più da Primavera. Mancherà, e ce ne accorgeremo presto. Perché uno così, un centravanti così, di questo spessore, la Roma difficilmente ce l‘ha avuto. Stavolta il nervosismo è sparito, è tornato il sorriso dolce per il gol vittoria all’Olimpico, che mancava dal 28 aprile scorso. Un’eternità. Un’anomalia. Un qualcosa non da Dzeko. Che resta Dzeko per la sua storia, specie quella romanista. E va rispettata al di là di quanto riesca a gonfiare la rete
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