«La crisi è la più grande benedizione». Lo diceva Einstein convinto che «nella crisi sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie». A quanto pare, con questo motto Chiara Ferragni sta cercando di correre ai ripari. Dopo il Pandoro gate i ricavi della Fenice srl sono «crollati del 40%». Addirittura lei, cioè l'imprenditrice digitale per eccellenza, starebbe cercando soci per Fenice, la capogruppo e il fulcro dei marchi con il suo nome. Proprio negli ambienti finanziari ultimamente continuano a circolare diverse tesi al fine di stabilizzare l'impero aziendale di Chiara Ferragni.
Cosa è successo
Di recente, come riferito nell'articolo del Messaggero a firma di Rosario Dimito, durante una videochiamata tre esperti legali dello studio Gop, insieme all'avvocato Manfredi Vita, specializzato Antitrust, il penalista Giuseppe Iannaccone e Alessandro Marina, hanno cercato di fare un'analisi dettagliata con una possibile strategia.
Ecco perché ne servirebbero altri. La Fenice fa capo alla società di investimenti Alchimia di Paolo Barletta e Lorenzo Castelli, che detiene il 39,9%. Dopo c'è la cassaforte di Ferragni Sisterhood (32,5%) ed Esuriens delle famiglie Morgese e Barindelli (13,7%). Quello che rimane è di Ni srl di Pasquale Morgese. A giugno 2023 l’azienda era valorizzata 75 milioni di euro ma successivamente sono nati i problemi con la giustizia.
Proprio per questo nuovi soci potrebbero salvare la società di Chiara Ferragni. Nel frattempo Coca Cola e Safilo l’hanno mollata. L’emorragia di ricavi è calcolata intorno al 40%, riporta Il Messaggero. E allora ecco le new entry che potrebbero salvare la barca che comincia a prendere acqua. Si parla di Francesco Trapani di Vam Investment. Oppure Marco Bizzarri, ex ad di Gucci ora proprietario di Nessifashion. Basterà?
Se riuscirà ad uscirne vittoriosa, lo dirà solo il tempo. Per il resto non ci resta che aspettare.