ANCONA Capire come il nostro corpo reagisce alla musica, anche inconsciamente. È l’obiettivo di “Battiti in musica”, un innovativo concerto-esperimento andato in scena ieri sera al Teatro Le Muse di Ancona, organizzato dal Rotary dorico ed i cui proventi andranno ad un progetto di vela dedicato a persone con disagi mentali. Un progetto da primato mondiale che ha coinvolto cento degli ospiti che affollavano la sala anconetana. «Il cuore sente, ma stasera gli occhi rivedranno le emozioni» ha affermato il prof Roberto Trignani, neurochirurgo e presidente del Rotary Ancona Conero.
Il funzionamento
A ciascuno di loro è stato consegnato una sorta di smartwatch che per tutte le due ore di spettacolo ha misurato la cosiddetta Heart Rate Variability, ovvero la variazione di tempo tra i battiti del nostro cuore. «L’abbiamo messa insieme ad altri parametri, come sesso ed età del soggetto, ed attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale siamo andati a vedere come si esprime l’emotività, se uno riesce ad emozionarsi o meno» spiega il professor Marco Mazzanti, che a Londra dirige un gruppo di ricerca internazionale dedicato proprio all’IA.
Le fasi
«Emotività aumentata, ovvero che il soggetto ha tratto energia dal brano e si sta anche rilassando; emotività minore ovvero che il soggetto non sta provando emozione e indifferenza» dice il professor Mazzanti. Che quindi traccia il quadro dell’andamento dell’intero esperimento. «Nella fase iniziale dello spettacolo c’era un maggior numero di persone che erano indifferenti, una zona grigia dalla quale hanno cominciato pian piano a distribuirsi» dice. Il picco di emotività aumentata lo si è avuto col repertorio dell’Equipe 84 e della grande canzone italiana.
Il clou
«Con Vandelli, lo stiamo vedendo proprio ora, la gente è calda» osserva Mazzanti. Probabilmente una questione di ricordi ma non solo, visto che il meccanismo che muove i valori analizzati sulla base dell’ambiente circostante è ancora poco noto. Proprio a questo è servito l’esperimento di ieri sera. «Ci aspettiamo che l’intelligenza artificiale applicata al corpo umano possa spiegarci quei meccanismi fisiologici che oggi non capiamo e che, in ambito medico, potrebbero aiutarci a capire se un paziente risponderà positivamente ad un determinato intervento chirurgico e come andranno le cose a distanza» continua il professor Mazzanti. Di tempo, però, ce ne vorrà molto. Almeno per ora, i dati raccolti ieri sera saranno oggetto di pubblicazione scientifica.