Doping, Magnini: «Ho raccontato
la verità, io sono estraneo ai fatti»

Doping, Magnini: «Ho raccontato la verità, io sono estraneo ai fatti»
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Lunedì 15 Ottobre 2018, 21:21 - Ultimo aggiornamento: 21:22
«Ho raccontato la verità e ora sono tranquillo. Sono totalmente estraneo ai fatti». Lo dice l'ex nuotatore azzurro Filippo Magnini al termine dell'udienza davanti al Tribunale nazionale antidoping sul caso che lo vede imputato con l'accusa di favoreggiamento, uso o tentato uso e somministrazione o tentata somministrazione di sostanze dopanti. Al termine dell'udienza, durata quasi quattro ore, i giudici del Tna hanno deciso di prendersi ulteriore tempo e di fissare il verdetto al 6 novembre con solo dispositivo.

Dopo un'ora di requisitoria dell'accusa hanno parlato per circa due ore gli avvocati Francesco Compagna e Ruggero Stincardini, legali del nuotatore pesarese, che hanno riferito la sua versione dei fatti sul rapporto con il nutrizionista Guido Porcellini, figura chiave dell'inchiesta della procura di Pesaro da cui è nato questo processo sportivo, squalificato per trenta anni dal Tna. Dopo un'ora di camera di consiglio, i giudici della prima Sezione del Tna presieduta da Adele Rando si sono riservati ulteriore tempo per emettere il dispositivo, atteso per il 6 novembre alle ore 14. All'udienza odierna era presente anche Michele Santucci, l'ex compagno di squadra di Magnini che doveva essere anche teste del processo ma che verrà ascoltato direttamente alla sua udienza prevista mercoledì. «Sono contento perché i miei avvocati sono riusciti a far emergere la verità. La sentenza è stata rinviata per la complessità del caso, è una cosa importante anche perché ci sono io», sottolinea Magnini, accompagnato dalla sua attuale compagna Giorgia Palmas.

«Ora sono contento perché dopo un anno e mezzo abbiamo potuto parlare. In questo periodo ho sempre tenuto un low profile, mi sono sempre comportato in maniera corretta anche affrontando questa udienza. Ho deciso di stare zitto fino ad oggi e ho sofferto molto. Penso che conti tutta la mia carriera e i fatti», evidenzia il due volte campione del mondo, che risponde così a chi gli domanda se tornando indietro si farebbe seguire ancora da Porcellini. «Probabilmente sì, perché io quando ero seguito da lui ho fatto tutte cose lecite. È un dato di fatto che lui ha seguito tanti atleti e si è sempre comportato in una determinata maniera. Colpito dalla sua inibizione? Posso giudicare solo quello che è stato fatto sulla mia persona e nel mio percorso. È difficile parlare quando sei totalmente estraneo ai fatti».
 
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