PESARO Una mano tesa e insieme un premio all’eroismo di chi si prende cura per una vita intera di un figlio disabile. La morsa del tempo che fugge e i mille interrogativi sul “dopo di noi” che si affacciano alla mente di tanti genitori non più giovani che hanno in casa, ancora da accudire, uomini e donne con handicap anche gravi dai 30-35 fino ai 40 anni. A questo dramma il Comune e l’Ats 1 hanno fornito dal 2015 una risposta concreta e assai apprezzata dalle famiglie, offrendo l’esperienza di vita autonoma “Prove di volo” con la fondazione “Noi Domani” e l’associazione dei genitori “Insieme”.
Come funziona
Per un giorno alla settimana ogni disabile, nell’appartamento di via Sirolo del Quartiere 5 di Cattabrighe e Vismara, mette in gioco la sua indipendenza in 2 gruppi di 4 persone che si incontrano e fanno un test pratico di convivenza.
«Il progetto è innovativo perché sperimenta coraggiosamente l’autonomia residenziale di cui nessuno aveva mai parlato finora - spiega Luca Pandolfi, assessore alla Solidarietà e presidente del Comitato dei sindaci dell’Ats 1 -. Insieme alle famiglie stiamo pianificando i nuovi ambienti per creare spazi idonei sia a chi ha già vissuto l’esperienza “Prove di volo”, sia rivolti a tutti coloro che ne facciano richiesta».
Un servizio che va incontro a una problematica molto sentita dai genitori anziani che hanno bisogno di aiuto, sostegno, condivisione. «Chi ha un figlio disabile tra i 30 e 40 anni capisce perfettamente la situazione – aggiunge Pandolfi -, la nostra è una risposta di fronte alla solitudine e al coraggio che intende risolvere notevoli disagi familiari, sempre in co-progettazione». Nel frattempo il Comune ha rinnovato alla Fondazione “Noi Domani”, che festeggia i suoi primi 10 anni, la concessione in uso agevolato dell’edificio di via Sirolo per “Prove di volo”, con destinazione a centro socio-educativo diurno per disabili.
Il terzo settore
Un ente del terzo settore (unisce la cooperativa sociale Labirinto, gruppi di volontariato e l’associazione delle famiglie “Insieme”), che offre l’opportunità a giovani con handicap di sperimentarsi in situazioni di autonomia al di fuori del proprio ambiente domestico, con giornate di residenzialità temporanea. «Le persone disabili che fanno parte dei 2 gruppi settimanali - spiega l’assessore Pandolfi - vengono prelevate alle 15 circa dal centro diurno che frequentano abitualmente la mattina e riportate entro le 9,30 del giorno seguente. Durante il periodo trascorso insieme si vivono la casa e le attività con 2 operatori per ogni turno, dalle 15 alle 21 e dalle 21 alle 9,30. L’équipe s’incontra insieme ai genitori degli ospiti con cadenza bimensile per condividere l’esperienza e studiare nuove strategie. Gli spazi frequentati all’esterno sono quelli abituali e conosciuti della città».
Gli obiettivi
Quattro sono gli obiettivi sui quali si basa principalmente l’intervento, «per cercare di superare le situazioni quotidiane di svantaggio - sottolinea Pandolfi -, convinti che ognuno abbia le potenzialità di affrontare un ostacolo e trovare la soluzione per superarlo. L’autonomia, l’autodeterminazione, l’adultità e l’affettività». E ora c’è una nuova strada da imboccare di fronte, grazie alle risorse del Pnrr sociale, che fonda le radici su un lungo passato di esperienze: «Da più di 20 anni, Pesaro progetta e mette in campo iniziative dalla forte valenza inclusiva che il più delle volte nascono da uno scambio di proposte all’interno della cittadinanza e attraverso progetti condivisi».