Ranieri e Tacconi, super duo a Jesi per “I viandanti”

Marta Tacconi e Luca Ranieri
Marta Tacconi e Luca Ranieri
di Giovanni Filosa
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Giovedì 8 Ottobre 2020, 01:10

JESI - Il duo viola-pianoforte Luca Ranieri e Marta Tacconi, che in questi giorni sta lavorando a una registrazione audio e video, esordirà a Jesi sabato, 10 ottobre, alle ore 21, al “Piccolo” di San Giuseppe. Il concerto si intitola “Die wanderer”, cioè “I viandanti”. È evidente il richiamo al repertorio romantico tedesco, e di “viandanti” esiste una letteratura, una sterminata serie di richiami che trovano in Caspar David Friedrich (emblematico il suo “Viandante su un mare di nebbia”), uno dei primi artisti, pittori, che iniziarono a considerare l’arte come espressione di stati d’animo ed emozioni, trovando la natura come il tema più interessante per dar forma a questa nascente sensibilità romantica.
La pianista Marta Tacconi spiega che la scelta dell’impostazione del concerto sull’uomo romantico è appropriata perché «egli si interroga, cerca contatto con la natura, si fa domande e vuole risposte più alte, come se fossero sopra alle nuvole, sul timbro avvolgente della viola per arrivare a riflettere sull’uomo contemporaneo e chiedersi: che tipo di viandante è? Viandante turista o un viandante che passa scruta e se ne va? Suonare in duo musica da camera con Luca Ranieri, uno dei migliori violisti nel panorama musicale, è una grande esperienza».
Luca Ranieri la chiama coincidenza fortunata, quella che ha permesso di incontrare Marta Tacconi in Conservatorio di Perugia, collaborando con lei con la sua classe di violino. «Abbiamo fatto - esordisce - una prima collaborazione in duo, l’inverno scorso, prima del Covid 19, più che soddisfacente, e ciò poteva preludere ad altri eventi di buon livello artistico. Un modo casuale e fortunato. La mia carriera? Nella prima fase mi sono dedicato all’Orchestra, sono stato prima viola alla Rai di Roma, al San Carlo, ma le mie esperienze sono davvero numerose in ogni parte del mondo. Dalla fine degli anni novanta mi son dedicato alla musica da camera, inserito in diverse formazioni ed anche attualmente continuo a svolgere questo tipo di attività, per cui suono molto spesso in duo, con trio o quartetto, con archi, pianoforte, in ogni caso organici sempre diversi».
Quanto è arduo affrontare la musica da camera? «C’è da lavorare moltissimo e non sempre è semplice dal punto di vista umano.

Si è costantemente in contatto con un altro o con altri musicisti, in ogni caso è sempre un gruppo ristretto, non si agisce come accade con l’orchestra, che ci si siede, si lavora e alla fine arrivederci. Con la musica da camera sei in rapporto continuo con il partner e se non ci si trova bene non è facile proseguire automaticamente». In programma musiche di Mendelssohn e Schumann.

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