Il grande romanzo sul mondo dell'industria italiana, della finanza e del potere, con il quale Volponi ci ha lasciato, nel 1989, sarà al centro dello spettacolo in scena questa sera, alle ore 21, al Teatro Sanzio di Urbino. Saranno Neri Marcorè e il Gagliano String Quartet a dare voce a Paolo Volponi che evoca Mozart, nella messa in scena della Scuola di Scenografia.
Il progetto
Il progetto è in sinergia fra “Urbino e le città del libro” e l’Accademia di Belle Arti di Urbino diretta da Luca Cesari. Di Paolo Volponi era già stato proposto un meeting all’Accademia sulla sua scrittura teatrale presente nella produzione narrativa. Come dichiara il Prof. Massimo Puliani presidente della Scuola di Scenografia «per la prima volta in Italia si è affrontato il suo approccio alla drammaturgia con “Le Mosche del Capitale”, dove fin dal inizio del romanzo Volponi fa dialogare i protagonisti del rapporto allegorico Lavoratore/Fabbrica individuando Mozart (come la Sensibilità Creativa) e suo Padre (come il Potere Autoritario/Capitalismo)». Un libro inventivo, quasi il suo testamento narrativo, ma anche un libro-testimonianza sulla fine del sogno olivettiano e sull'esperienza in Fiat, un romanzo a chiave con personaggi che ricordano alcuni fra gli uomini più potenti dell'economia italiana negli anni Settanta e Ottanta. E, soprattutto, un libro profetico con il quale Volponi ha annunciato quella profonda trasformazione della società che soltanto oggi vediamo, senza che più nessuno manifesti indignazione, in forma compiuta.
La mise en espace
Gli studenti e i docenti partecipano alla lettura di Neri Marcorè e del Quartetto mozartiano con una “mise en espace” che vuol cogliere sia la contestualità dell’ambiente quasi onirico in cui si svolge il dialogo fra i protagonisti volponiani, sia il clima politico e sociale del racconto, su cui si riflettono gli echi e i sussulti dei manifestanti degli anni Settanta e le condizioni di vita dei lavoratori nelle fabbriche.