Il tempo corre, l’Uefa vuole e deve sapere. La mappa degli stadi per Euro 2020, che parte il prossimo giugno, deve essere annunciata il 19 aprile. Entro quella data - salvo proroghe - le Federazioni ancora in bilico dovranno aver comunicato i loro piani di “apertura degli stadi” con le relative misure anti-Covid per consentire la presenza del pubblico. Ne mancano quattro all’appello: Monaco, Bilbao, Dublino e Roma. La città tedesca si sta attrezzando e molto probabilmente andrà verso il sì; in Spagna, Bilbao è pronta ad essere sostituita da Siviglia (o Madrid), mentre Dublino, una delle prime a rinunciare, passerà la palla alle inglesi Londra (stadio del Tottenham) o Manchester. Poi c’è Roma, che lotta per non perdere la grande occasione, fondamentale da un punto di vista sportivo (Mancini ci tiene a giocare in Italia) e da un punto di vista politico-sociale (prestigio, economia etc), perché perdere anche una competizione come questa darebbe un altro colpo al Paese e non solo per quel che riguarda l’aspetto sportivo.
Roma e l'Olimpico non possono restare senza le “notti magiche”
PALLEGGI DI RESPONSABILITÀ
Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, che già si è mosso promuovendo un’App che consenta al tifoso di entrare (per l’Olimpico si parla di almeno 20 mila spettatori) in sicurezza negli stadi (con garanzia di vaccino e/o tampone) come avviene ad esempio in Olanda, ha inviato una lettera al premier Mario Draghi per sensibilizzarlo/responsabilizzarlo davanti al problema, ormai a ridosso della deadline.
PROROGA
Il Cts pensa a una proroga. «Verrà fatto ogni sforzo per tenere le partite a Roma. La scelta spetta alla politica, come Cts noi possiamo dare tutto il supporto tecnico possibile: da parte nostra c’è la massima disponibilità a valutare la fattibilità della presenza del pubblico. E’ auspicabile che l’Uefa lasci un po’ più di tempo per elaborare tutta una serie di protocolli rigorosamente in linea con quelle che sono le indicazioni per la gestione di eventi come questi», le parole di Franco Locatelli. Il governo ha in programma un vertice per stabilire proprio le linee guida, ma al momento c’è ampia disponibilità ad andare incontro alla Figc. Bisogna solo garantire quel numero di spettatori, su cui presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, non è disposto a trattare ma che fa irrigidire anche la Germania. Ricordiamolo: all’Olimpico si gioca la gara inaugurale tra Italia e Turchia l’11 giugno che l’Uefa non vuole senza pubblico. Affacciata alla sostituzione dell’Olimpico avanza Londra, che ha gli stadi pronti ed è avanti con la vaccinazione. La Figc aspetta una risposta del governo, che arriverà entro venerdì ed è pronta, in caso di “sconfitta” a chiedere un risarcimento danni. La sponda arriva anche da Valentina Vezzali, sottosegretaria allo sport: «Mi adopererò con tutta me stessa affinché possa essere dato il via libera per disputare queste quattro partite in Italia». Infine, anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi. «Gli Europei sono un appuntamento unico per Roma e per l’intero Paese. È indispensabile che l’Italia possa ospitare questo grande evento internazionale che rappresenta una vetrina e un’occasione di ripartenza».