Gasperini choc: «Ho avuto il covid, ho pensato di morire»

Gasperini choc: «Ho avuto il covid, ho pensato di morire»
Gasperini choc: «Ho avuto il covid, ho pensato di morire»
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Domenica 31 Maggio 2020, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 16:24
«Ho avuto il Covid-19»: Gian Piero Gasperini lo ha rivelato in un intervista sulla Gazzetta dello sport. I giorni difficili della pandemia in una Bergamo martoriata e ora la speranza che anche con il calcio si possa tornare alla normalità. «L'Atalanta - dice - può aiutare Bergamo a ripartire, nel rispetto del dolore e dei lutti. La squadra è rimasta connessa con la sofferenza di Bergamo e la guida in campo». Una forza in più - dice - che servirà «in Champions più che in campionato. La città merita una gioia fuori dal comune »Tutto è successo a ridosso della partita della Coppa dei Campioni del 10 marzo a Valencia.

«Le due notti successive a Zingonia ho dormito poco. Non avevo la febbre, ma mi sentivo a pezzi come se l'avessi avuta a 40 - racconta Gasperini - Ogni due minuti passava un'ambulanza. Lì vicino c'è un ospedale. Sembrava di essere in guerra. Di notte pensavo: se vado lì dentro, cosa mi succede? Non posso andarmene ora, ho tante cose da fare ... Lo dicevo scherzando, per esorcizzare. Ma lo pensavo davvero. Sono rimasto tre settimane a Zingonia. Poi a Torino ho sempre rispettato il distanziamento da moglie e figli. Senza febbre non ho mai fatto il tampone. Dieci giorni fa i test sierologici hanno confermato che ho avuto il Covid-19. Ho gli anticorpi, che non vuol dire che ora sono immuni ».

Gasperini parla di Bergamo, e della «tristezza profonda, spessa, che respira ovunque, per strada, negli occhi della gente, nei bar e nei ristoranti che tardano a riaprire, nei silenzi del mio collaboratore che ha perso il padre - aggiunge il tecnico -.
Tutti vanno avanti, con forza e con un dolore composto. Ci vorranno anni per capire veramente che cos'è successo, perché proprio qui è stato il centro del maschio. Ogni volta che ci penso mi sembra assurdo: il picco storico di felicità sportiva è coinciso con il dolore più grande della città. Oggi mi sento ancora più bergamasco ». Città pronta per il calcio? «Ce lo siamo chiesti più volte. Qualcuno considera 'amoralè ripartire - sottolinea Gasperini- Io ho visto gente cantare sui balconi d'Italia mentre Bergamo caricava sui camion le proprie nude. Non l'ho considerato 'amoralè. L'ho verificato una reazione istintiva, un tentativo di aggrapparsi alla vita, di reagire. L'Atalanta può aiutare Bergamo a ripartire, nel rispetto del dolore e dei lutti ».
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