Ancona, lifting alle banchine del porto, al via la gara per gli asfalti: «Attireremo i maxi yacht»

Restyling dei moli 19, 20 e 21. Bugaro: «Lì i traghetti, così liberiamo l’area antica»

Ancona, lifting alle banchine del porto, al via la gara per gli asfalti: «Attireremo i maxi yacht»
Ancona, lifting alle banchine del porto, al via la gara per gli asfalti: «Attireremo i maxi yacht»
di Andrea Maccarone
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Giovedì 18 Aprile 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 12:52

ANCONA - L’attesa è finita. Un congelamento di circa quattro anni, poi la svolta. Oggi si apre la gara per l’avvio del recupero delle banchine 19, 20 e 21 dove verranno trasferiti i traghetti che oggi attraccano dalla 8 alla 10. Manovra necessaria per liberare il porto antico dalle navi in favore, invece, dei maxi yacht «che oggi giacciono ai cantieri e potrebbero essere invece motivo di attrazione e arredo di quella parte dello scalo» afferma Giacomo Bugaro, rappresentante del Comune nel Comitato di gestione del porto.

L’investimento

Una gara che prevede un investimento di 4,5 milioni di euro (3 milioni 693mila euro il valore base dell’appalto).

L’affidamento, se non ci dovessero essere ricorsi o altri intoppi, dovrebbe arrivare nel giro di due mesi. Poi il via al cantiere della durata di 329 giorni. Il ripristino delle banchine - un’area di 450 metri lineari - si divide in due macro interventi. Il primo riguarda la nuova pavimentazione carrabile per rendere la zona idonea alla viabilità e all’operatività dei mezzi portuali, oltre che alle attività di carico e scarico e movimentazione delle merci. Il secondo prevede la realizzazione di impianti di smaltimento delle acque meteoriche.

Gli interventi

L’operazione sarà inoltre l’occasione per predisporre dei sottoservizi propedeutici alla successiva elettrificazione delle banchine d’ormeggio, una mossa coerente con gli obiettivi della sostenibilità energetica. Come detto, quattro anni di attesa per la gara. Un lasso di tempo considerevole dettato da lungaggini burocratiche che - per fortuna - rappresentano ormai il passato. «Superato grazie all’input dettato dal presidente Garofalo (vertice dell’autorità portuale, ndr) - afferma Bugaro - che ha mosso le acque per arrivare al bando di gara». Il manager assegnato dal sindaco Silvetti al Comitato di gestione del porto non ha dubbi: «Quest’opera è un valore aggiunto per il futuro dello scalo». Un primo passo verso un’altra infrastruttura che porterebbe alla svolta decisamente più strutturale.

L’obiettivo

«Il traguardo fondamentale è la realizzazione della Penisola» mette in chiaro Bugaro. «È l’approdo ottimale per il porto del futuro» specifica. Ma per poter arrivare al compimento dell’infrastruttura che porterebbe lo scalo dorico ad effettuare un sostanziale salto di qualità «bisogna procedere per gradi» frena il manager. Nel mirino, prima di tutto, la realizzazione delle banchine 28 e 28: «Saranno il piede su cui poggerà la Penisola - spiega Bugaro -. Novecento metri di banchina lineare: una vastissima area dove poter poggiare i traffici che vengono dalle navi». La regia della trasformazione del porto di Ancona è affidata ad un tavolo di concertazione dove spesso è presente lo stesso Bugaro. «Il governatore Acquaroli, il sindaco Silvetti e il presidente dell’Autorità portuale Garofalo sono periodicamente in riunione - racconta Bugaro - e c’è un’unità di intenti foriera di buoni risultati. Queste opere, che erano ferme da temo, finalmente nel 2024 stanno cominciando a partire». Impossibile definire oggi l’orizzonte temporale per la maxi infrastruttura, ma per Bugaro sono state messe in fila le condizioni migliori per centrare l’obiettivo. Altro tema centrale: «Liberare il porto da ciò che rimane della Tubimar - riprende -. Dopodiché avviare il cambio del piano regolatore del porto e aprire alla cantieristica di lusso. Un comparto importantissimo che va aiutato, in quanto genera ricchezza sul territorio». Bugaro suona la sveglia: «C’è necessità di spazi e servono urgentemente».

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