L’intervento
Spesso, però, senza identità non si entra neanche nei centri di prima accoglienza. E quindi si finisce inevitabilmente in strada. Anche al Passetto, dove ieri notte è dovuta intervenire la Croce Rossa per soccorrere un pakistano che perdeva sangue dal naso. Sono una decina i profughi che si sono accampati sotto l’ascensore panoramico da ormai diverse settimane e nonostante gli sgomberi disposti dal Comune. «Sono convinti di dare meno fastidio» racconta Fanesi. Lei ed i suoi colleghi li visitano spesso per portare coperte e vestiti visto che ad ogni sgombero le autorità buttano via tutto. «Sono pakistani che arrivano in Italia e fanno richiesta di asilo. Scappano da situazioni terribili, con le famiglie che vengono anche uccise» ci dice la coordinatrice.
L’altro volto
E ancora: «sono molto giovani, una ventina d’anni, e alcuni sono anche laureati». Hanno conosciuto un ingegnere, ma c'è anche chi vorrebbe continuare a studiare e tra mille difficoltà riesce pure ad iscriversi all’università.
Il riparo
«C’è l’hotel Cantiani ma non è sufficiente» nota suor Settimia, responsabile della Mensa del povero di Padre Guido. Così diverse persone finiscono a dormire dove capita, anche al porto. «Ieri abbiamo servito 150 pasti» ci risponde quando le chiediamo qualche dato sulla povertà. Ovviamente non tutti quelli che si servono della mensa sono senza fissa dimora. Così come è vero che non tutti i clochard sono nullatenenti. «C’è chi potrebbe pagare qualcosa, ma le case non gli vengono affittate perché non hanno contratti stabili o perché i prezzi sono alle stelle» specifica la suora. «Davvero non c’è un modo per aiutarli?» è la domanda con cui ci lascia Fanesi.