SENIGALLIA Udienza preliminare di nuovo rinviata ieri a L’Aquila per l’alluvione del 2014. Nullo il capo di imputazione che dovrà essere riformulato e notificato. La procura, per errore, aveva inserito infatti tutti i reati contestati inizialmente. Figuravano quelli già prescritti oltre all’abuso d’ufficio per il quale nel 2022 il gup aveva prosciolto gli indagati, non avendo ravvisato il dolo nell’aver realizzato un percorso ciclabile, il PercorriMisa, di fianco al fiume poi esondato.
I tempi
Intanto passerà un altro mese abbondante perché la nuova data è stata fissata per il 28 maggio.
I dubbi
«Ma è una cosa normale? – si chiede – Nessuno che sia venuto a chiedermi scusa, da dieci anni non si è visto e sentito più nessuno. Quello che sta accadendo è una totale mancanza di rispetto verso le vittime e le loro famiglie. Almeno qualcuno mi chiamasse per dirmi che questo processo non si deve fare, vorrebbe dire metterci la faccia e non prendere in giro le persone. Ci sentiamo infatti presi in giro». E’ un fiume in piena il figlio della vittima 87enne. «Un processo che dopo dieci anni ancora deve partire – prosegue – è normale?».
Franco Cicetti insieme agli alluvionati, riuniti un Coordinamento, ieri era rappresentato in aula dall’avvocato Corrado Canafoglia, che così commenta. «E’ una storia infinita, che non trova eguali nel panorama giudiziario, ma noi siamo sul pezzo e siamo sempre pronti a rintuzzare ogni tentativo di fuggire da un processo che la città deve avere». Sono otto gli indagati: i due ex sindaci di Senigallia, Luana Angeloni e Maurizio Mangialardi, e sei tra tecnici e dipendenti di Comune, Provincia e Regione. A tutti viene contestato il reato di inondazione colposa, l’unico rimasto.