In pochi anni i ribelli Houthi nello Yemen hanno accumulato un arsenale di armi antinave, fatto da missili - sia da crociera che balistici -, ma anche aerei senza pilota e motoscafi, che stanno utilizzando per minacciare la navigazione e le spedizioni nel Mar Rosso. La maggior parte delle armi di ultima generazione arriva dall'Iran, ad eccezione di alcuni sistemi dell’era sovietica e di progetti cinesi leggermente meno antiquati.
L'arsenale degli Houthi: cosa sappiamo
Le forze Houthi possiedono missili antinave ormai da quasi un decennio e negli ultimi anni la capacità militare del gruppo è migliorata notevolmente. Come spiega l'International Institute For Strategic Studies, quando presero il controllo dello Yemen settentrionale, compresa la capitale Sanaa, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, gli Houthi si dotarono dei primi missili antinave: vecchi P-21 e P-22 di fabbricazione sovietica, il leggermente più moderno cinese C-801. Armi che provenivano da scorte militari yemenite. Chiamati Rubezh B21/B22 e Al-Mandab 1, questi missili sono ancora utilizzati dai ribelli, ma non è chiaro se rimangano operativi o quanti ne possiedano. Negli ultimi anni, però, le forze Houthi hanno messo le mani su attrezzature nuove e migliori, con l'aiuto dell'Iran, compiendo numerosi attacchi.
Nel 2016 hanno colpito il catamarano da trasporto truppe degli Emirati HSV-2 Swift e hanno tentato di assaltare la USS Mason (DDG-87), un Arleigh Cacciatorpediniere missilistico.
Nelle parate del 2022 e del 2023, hanno svelato ulteriori ASCM: c'erano anche due versioni antinave del Quds/351 LACM iraniano, ma anche missili balistici e razzi guidati con tecnologia iraniana a infrarossi. I due più pesanti, entrambi con testate superiori a 300 chilogrammi, sono l'Asef, con gittata di 450 km, e il Tankil, con gittata di 500 km.