Giorgia Meloni svela le richieste ufficiali dell'Italia dopo il colloquio privato a Bruxelles con il premier ungherese Viktor Orban, il quale viene così in parte sollevato da una diretta responsabilità sul caso dell'insegnante milanese detenuta a Budapest. Rispettare la «dignità» di Ilaria Salis, oltre a garantire «un rapido e giusto processo». Ma riguardo al trattamento e alle procedure seguite toccherà rispettare i protocolli che vigono in altri Stati sovrani come è l'Ungheria. «Anche lì - spiega la presidente del Consiglio - vige l'autonomia dei giudici e i governi non entrano nei processi». Quanto alla catene «accade in diversi Paesi, anche occidentali», dice Meloni.
Ilaria Salis, continuano le polemiche
Non si placano invece polemiche e schermaglie a distanza tra Matteo Salvini - «se Salis fosse condannata non la vorrei più in classe», dice - e il padre di Ilaria, il quale ha annunciato una querela nei confronti del vice premier. Il tutto nonostante gli avvertimenti del titolare della Farnesina: «È un errore trasformare una vicenda giudiziaria in vicenda politica», sottolinea Antonio Tajani, che l'8 febbraio terrà un'informativa urgente alla Camera.
Ilaria Salis, cosa dice La Russa
Un parere con sfumature diverse arriva anche dal presidente del Senato: «quelle catene sono esagerate come in America, ma il vero motivo per cui ci siamo preoccupati è l'esibizione e la mancanza di rispetto della sua dignità», dice La Russa che domano vedrà il padre di Salis. Dal canto suo il premier ungherese ribadisce di essere legittimato solo a «fornire i dettagli del suo trattamento» in carcere «ed esercitare un'influenza perché abbia un equo trattamento». Ma la 39enne continua a rivelare ombre sulla sua situazione e in una lettera inviata all'ambasciatore italiano a Budapest rivela che dopo l'udienza di lunedì scorso «sono stata interrogata dal personale del carcere in merito alle mie condizioni detentive e alla fine mi è stato fatto firmare un verbale delle mie parole redatto in lingua ungherese».
Ilaria Salis, le polemiche in Italia
In Italia invece non si placano le polemiche sul passato dell'insegnante milanese, che attualmente a Budapest è accusata di aver aggredito due militanti di estrema destra. La Lega alza il livello delle scontro alludendo a una vicenda giudiziaria chiusasi con sentenza di condanna per Ilaria, confermata in Cassazione il 3 luglio scorso, per concorso morale nella resistenza a pubblico ufficiale. «Da genitore capisco l'ansia e anche alcune dichiarazioni originali del padre di Salis - dice Salvini alludendo anche al fatto che l'uomo avesse riferito dell'appellativo di 'Giovanna D'Arcò dato in carcere alla figlia - È giusto che il governo sia impegnato con tutte le forze per tutelare la ragazza. In caso di condanna per violenze, a mio modo di vedere, l'opportunità che entri in classe per educare e crescere bambini è nulla». Ma Roberto Salis respinge le accuse del Carroccio sul presunto assalto della figlia al chiosco della Lega a Monza nel 2017 e annuncia una querela nei confronti di Salvini per diffamazione. Un scelta «curiosa», replica la Lega, che punzecchia anche il Pd: «È però sorprendente che la sinistra si accorga dei detenuti italiani all'estero solo quando tocca a qualche compagno». In piazza in difesa di Ilaria scende intanto Italia Viva, con un sit in a Roma dei suoi parlamentari assieme a quelli di +Europa e un grande striscione esposto davanti all'ingresso dell'ambasciata d'Ungheria.