Frosinone, fischi a Cheddira dopo il cambio. Angelozzi e DiFra lo difendono: «Ingiusti e ingenerosi»

La presa di posizione del dirigente e del tecnico durante un incontro allo "Stirpe" su leadership e intelligenza artificiale

Frosinone, fischi a Cheddira dopo il cambio. Angelozzi e DiFra lo difendono: «Ingiusti e ingenerosi»
di Stefano De Angelis
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Martedì 23 Gennaio 2024, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 16:47

 

È il 15' della ripresa di Frosinone-Cagliari. I sardi conducono 1-0 e mister Di Francesco, per cercare di cambiare le sorti del match, inserisce forze fresche. Manda in campo Kaio Jorge e Harroui al posto, rispettivamente, di Cheddira e Reinier. Quando si alza la lavagna luminosa con i numeri dei giocatori che si avvicendano sembra tutto normale. Poi, però, dagli spalti si levano alcuni fischi all'indirizzo di Cheddira, che lascia il terreno di gioco per accomodarsi in panchina. Il Frosinone poi rimonta i rossoblu, ribalta il risultato e vince con merito.

Quei sibili a mo' di contestazione verso l'attaccante, che ieri ha compiuto 26 anni, non sono andati giù al direttore dell'area tecnica del club, Guido Angelozzi, né al tecnico canarino. E lo hanno sottolineato ieri, nella sala conferenze dello "Stirpe", durante la presentazione di un libro. «Per i fischi a Cheddira ci sono rimasto male.

Si può sbagliare un gol, capita, ci può stare, ma quello che è avvenuto non mi è piaciuto» ha affermato Angelozzi, aggiungendo: «Alcuni tifosi devono capire che questo club lotta ogni giorno contro i titani. Bisogna rendersi conto di questo aspetto». A fargli eco è stato DiFra: «Cheddira è un ragazzo che dà il cuore, l'anima e che si allena a mille. L'ho detto anche ieri dopo la partita. I fischi sono stati ingenerosi e ingiusti».

LA PRESENTAZIONE

"Smart leadership Canvas": è questo il titolo del volume presentato ieri. È incentrato sul rapporto tra chi riveste funzioni e ruoli di guida aziendale e l'intelligenza artificiale. Un aspetto che riguarda anche il mondo del calcio, che si avvale della tecnologia per analizzare i dati delle partite (ad esempio i chilometri percorsi dai giocatori) e per verificare intensità e preparazione dei calciatori in allenamento. Il libro è stato scritto dal giornalista Filippo Poletti e dal professor Alberto Ferraris. Un capitolo, "La leadership dei gol", è dedicato al Frosinone e contiene un'intervista al patron e vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe. Oltre a Poletti e Stirpe, erano presenti Agostino Santoni, anche lui vicepresidente di Confindustria ed esperto di tecnologia, e il tecnico giallazzurro, Di Francesco.

Proprio il mister, parlando di leader, in un passaggio ha messo in risalto la personalità di capitan Mazzitelli: «Eravamo negli spogliatoi (nell'intervallo della sfida con il Cagliari, NdR) e stavo dando la carica alla squadra. A un certo punto ha chiesto di poter dire due parole: ecco, anche questo è stato un momento di crescita».

L'essenza del volume sta nel sottotitolo scelto: "Come guidare la rivoluzione dell'intelligenza artificiale con il cuore e il cervello". «La connessione tra leadership e intelligenza artificiale sarà il tema centrale nei prossimi mesi. Dobbiamo essere consapevoli che tutte le innovazioni tecnologiche possono portare dei rischi e bisogna essere bravi a minimizzarli. Prendiamo quello che unisce. Se l'intelligenza artificiale deve essere uno strumento attraverso cui miglioriamo il nostro modo di vivere, allora dobbiamo essere favorevoli ed accettarla» ha evidenziato Stirpe.

«La leadership delle tre C, rispettivamente collaborazione, cuore e cervello - ha osservato Poletti - è il segreto del successo. Il Frosinone è un esempio virtuoso di leadership condivisa. Accanto alla collaborazione tra le persone, il leader deve sviluppare quella con la tecnologia, che si baserà sempre di più sull'uso estensivo dell'intelligenza artificiale. Ma le decisioni restano affidate al cuore e al cervello delle persone».

Così mister Di Francesco: «Per quanto riguarda l'uso degli strumenti, credo siano di grande supporto per la crescita dei giocatori, ma vanno utilizzati nel modo giusto. Non può essere il Gps a fare la formazione o un algoritmo a decidere quale calciatore comprare. A mio parere il cuore, la tecnologia e la competenza vanno messe insieme. Fondamentali sono l'ascolto, l'intuito e le sensazioni: alla base di tutto ci sono le relazioni».

Santoni, restando in ambito calcistico, ha sottolineato: «L'intelligenza artificiale non sostituirà mai lo spogliatoio» riferendosi all'alchimia che si crea tra i giocatori. «Sarà una compagna di viaggio, ma non ci dobbiamo innamorare. Sguardi, emozioni e sensazioni restano componenti uniche, legate alle persone».

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