Civitanova, lo chiamano per restituirgli le chiavi, lui risponde che si sta per uccidere: i volontari lo calmano e allertano i soccorsi

La telefonata dai volontari della Croce Rossa che hanno provato a calmarlo e allertato i soccorsi

Civitanova, lo chiamano per restituirgli le chiavi, lui risponde che si sta per uccidere: i volontari lo calmano e chiamno i soccorsi
Civitanova, lo chiamano per restituirgli le chiavi, lui risponde che si sta per uccidere: i volontari lo calmano e chiamno i soccorsi
di Emanuele Pagnanini
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Sabato 27 Aprile 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 07:24

CIVITANOVA - Una banale chiamata telefonica per riportare le chiavi a chi le aveva smarrite, si trasforma in una conversazione dove in ballo c’è la vita o la morte. È quanto accaduto ieri mattina a Matteo Carlocchia, presidente della Croce Rossa di Porto Potenza, insieme al collaboratore Michael Marinelli. Si sono trovati a parlare con un uomo di circa 40 anni di Civitanova che minacciava di buttarsi da un’impalcatura.

Poi si è scoperto che si trovava all’interno della ditta in cui lavora, ad Ancona, ma comunque a 6 metri di altezza.

E la sua disperazione era assolutamente reale. Mentre Carlocchia riusciva a tranquillizzare l’uomo, il suo dipendente provvedeva a chiamare il 112 e a coordinare i soccorsi. Alla fine, Polizia, carabinieri e personale del 118 sono intervenuti convincendolo a scendere dall’impalcatura. Ma fondamentali sono state le parole di Carlocchia. I due della Croce Rossa si sono trovati di fronte ad una situazione per la quale sono stati addestrati ma in un contesto assolutamente inaspettato.

«Eravamo intervenuti mercoledì scorso con l’ambulanza per portare al Pronto Soccorso di Civitanova la persona in questione, dopo un malore – racconta Carlocchia – quindi durante le operazioni di sanificazione del mezzo, abbiamo trovato un mazzo di chiavi. Risaliti al cellulare della persona trasportata, questa mattina Michael Marinelli lo ha chiamato per restituirle. Ma la risposta è stata allarmante: l’uomo piangeva, urlava e diceva di voler farla finita. In viva voce, ho cercato di tranquillizzarlo, con un approccio pacato e tranquillo».

Dopo un po’ i due sono riusciti a farsi dire dove si trovasse e quindi è partita la macchina di soccorsi che nel frattempo era stata attivata anche dal titolare della ditta. «Siamo preparati a questa evenienza nel lungo percorso di formazione della Croce Rossa - conclude Carlocchia -. Ma riuscire a influire positivamente nella vita di un’altra persona è la ricompensa più grande per un volontario».

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