Dai cassonetti e dal mare 70 milioni di bottiglie per costruire imballaggi: i nastri riciclati della Messersì di Barbara più forte dell'alluvione

Produzione con 200 dipendenti. E un accordo con una ong greca per ripulire il Mediterraneo

Dai cassonetti e dal mare 70 milioni di bottiglie per costruire imballaggi: i nastri riciclati della Messersì
Dai cassonetti e dal mare 70 milioni di bottiglie per costruire imballaggi: i nastri riciclati della Messersì
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 7 Febbraio 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 13:34

BARBARA Più di 70 milioni di bottiglie recuperate ogni mese dalla raccolta differenziata riprendono vita in 30 milioni di km di reggette, i nastri in plastica utilizzati per tenere uniti pallet, casse e altri imballaggi. L’esempio virtuoso di economia circolare arriva da Barbara, in provincia di Ancona, dove ha sede la Messersì Packaging, circa 200 dipendenti, tra le maggiori realtà europee nel settore delle materie plastiche. 

Un comune, quello della media vallata del Misa e del Nevola, che ha sperimentato purtroppo sulla propria pelle quanto sia importante preservare i delicati equilibri dell’ambiente in cui viviamo, pagando con quattro vittime (tra cui il piccolo Mattia, 8 anni) uno straziante tributo all’alluvione del 15 settembre 2022, che provocò 13 morti nell’entroterra senigalliese.

Reparti allagati

Anche gli stabilimenti della Messersì vennero in parte danneggiati dalle esondazioni, ma responsabili e maestranze, oltre a esprimere cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime e a tutti i danneggiati, si misero subito al lavoro riuscendo a rendere operative, in appena quattro giorni, le aree di spedizione dei due stabilimenti, con macchine e ponteggi pienamente operative. Un’apocalisse di acqua e fango che ha motivato ancora di più i titolari dell’azienda di imballaggi a continuare sulla strada già intrapresa di una produzione che guarda all’etica e all’ambiente.

La prima a usare il Pet

Messersì Packaging è stata infatti la prima azienda ad utilizzare, già dal 2003, il PET riciclato in Italia, acquistato sia da chi fa la raccolta differenziata, sia da chi si impegna per impedire che il Mediterraneo venga inquinato, grazie a un accordo con la ong greca Keep Sea Blue. «Immaginiamo un mondo in cui i rifiuti di plastica non entrino in mare, ma vengano raccolti, riciclati e riutilizzati», spiega l’imprenditore Maurizio Messersì.

L’azienda produce reggette, i classici nastri in plastica utilizzati per “legare” pallet, casse, imballaggi.

Un sistema di chiusura con nastri in plastica molto diffuso, che se smaltito correttamente può diventare una grande risorsa. Proprio questa visione ha indotto i titolari dell’azienda di Barbara - fondata nel 1980, collocata nel 2020 da Bloomberg tra le prime 5 realtà al mondo produttrici di macchine reggiatrici -a introdurre nel processo produttivo un sistema per recuperare le regge utilizzate e realizzarne di nuove, verso un percorso di riciclabilità all’infinito. Per guardare anche oltre l’azienda ha deciso di firmare nell’aprile 2023 una stretta collaborazione con Keep Sea Blue, l’organizzazione non governativa che si occupa della raccolta di plastica nel Mediterraneo.

Obiettivo autosufficienza

Messersì impiega ogni giorno 50 tonnellate di materiale riciclato (oltre 15mila tonnellate l’anno) per una produzione che viaggia sui 30 milioni di chilometri di fascette al mese, 360 milioni l’anno. «Tutto ciò – spiega Messersì – comporta dei costi aggiuntivi ma crediamo che sia uno sforzo da fare, tutti insieme, per migliorare la situazione ambientale». Prossimi obiettivi? «Avvicinarsi all’autosufficienza da forniture esterne e ottenere un prodotto al 100% riciclabile infinite volte».

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