Scuole, autonomie addio e i presidi al lumicino: «Basta, facciamo ricorso»

Véronique Angeletti
Véronique Angeletti
di Véronique Angeletti
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 07:21

ANCONA - Non più 229 presidi nelle Marche, ma 214 in via transitoria, che l’anno prossimo saranno 208 e l’anno dopo ancora 204. È la dura legge del Pnrr che impone all’Italia - su indicazione dell’Europa - di ridurre dirigenti, segreterie, e quindi, il numero degli istituti scolastici autonomi. Meccanica che la giunta regionale nella delibera del 5 gennaio ha tradotto nella nuova programmazione della rete scolastica delle Marche, cancellando 15 autonomie.

«Una riorganizzazione – commenta Riccardo Rossini, il presidente dei presidi delle Marche – dettata dal calo demografico, ma che renderà ancora più complesso il lavoro dei presidi che si troveranno a gestire sempre più alunni, sempre più plessi e a chilometri di distanza».

Le reazioni

Un taglio che, per varie ragioni, scatena le polemiche e si parla già di azioni legali. «Faremo ricorso perché ci sentiamo discriminati - entra nel merito Giuseppe Paolini, il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino -.

Dopo l’ultima variante del Milleproroghe secondo cui le autonomie cancellate non sono più 19 ma 15, quattro erano state calcolate con l’algoritmo iniziale per il Pesarese e quattro sono rimaste, mentre dovevano essere tre». Protesta perché ritiene che si è scelto di risparmiare le altre province, ma più di tutto perché la fusione tra il Sanzio di Mercatino Conca e l’I.C. di Macerata Feltria va contro le linee di indirizzo diffuse dalla Regione che chiedeva di tutelare le autonomie scolastiche dei Comuni montani. E poi indica un'altra discriminazione: «La bocciatura dell'aggregazione tra Cpia e l'Istituto Cecchi mentre per Ascoli e Fermo si è dato il via libera all’operazione».

Voci contro

Altro ricorso legale contro la fusione tra il Bartolini di Cupramontana e il comprensivo Costantini che insiste tra Serra San Quirico, Rosora e Mergo. «Esiste una legge che tutela i Comuni montani - commenta il sindaco serrano Tommaso Borri – e il nostro plesso ha i numeri richiesti dalla legge a differenza di Cupramontana che non è montano e risulta sottodimensionato». Teme che ci sia una mossa politica dietro alla delibera. «La volontà di accontentare i politici di Cupramontana e Staffolo con la Provincia di Ancona che ha delegato la decisione alla Regione anche perché il vicepresidente Sauro Ragni è vicino al sindaco di Cupramontana in questo momento di votazione alle Europee. Con Mergo e Rosora, tra l’altro il vero baricentro geografico di questo comprensorio, valutiamo di impugnare l’atto». Al sud del Conero invece, regna un clima positivo. «Siamo soddisfatti – commenta Sandro Parcaroli, il presidente della provincia di Macerata - che siano state accolte le proposte dell’amministrazione provinciale, già approvate dal Consiglio, ultimando così un lavoro complesso avviato per l’anno scolastico 2023-2024 quando la Provincia ha dovuto modificare la rete scolastica tra tante difficoltà. Le autonomie - ricorda - da dimensionare erano superiori a sette. Per ultimare il lavoro, la Provincia sta già facendo il cronoprogramma dell'iter di concerto con le parti interessate».

I favorevoli

La calma di Ascoli non nasconde tuttavia le preoccupazioni. Stefano Novelli, consigliere all’Istruzione della Provincia, fa notare come «siamo l’unica Provincia che non subisce ridimensionamento delle autonomie scolastiche, eccezion fatta per il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti che su nostra iniziativa è stato associato all’ Iis Fermi Sacconi Ceci di Ascoli Piceno. Una risultanza a cui si è giunti, quale esito dell’azione sostenuta dalla Provincia negli scorsi anni, di concerto e in sinergia con le istituzioni scolastiche territoriali, le amministrazioni locali e le parti sociali, interpretando l’evoluzione delle dinamiche demografiche e le variazioni della normativa nazionale e ministeriale in materia scolastica, sempre più gravosa». Quanto ai sindacati, per Flc Cgil - Cisl Scuola- Uil Scuola Rua «il dimensionamento non migliora la rete. Anzi, crea incertezza proprio nel mese dove gli studenti e le famiglie fanno delle scelte strategiche ed inoltre non valorizza le aree interne».

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