Terremoto, la proposta di Errani
«Rimborsi, nessuno è escluso»

I soccorritori al lavoro (Agenzia FotoSpot)
I soccorritori al lavoro (Agenzia FotoSpot)
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Sabato 3 Settembre 2016, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 12:14

ARQUATA DEL TRONTO - «Lo Stato potrebbe rimborsare anche le seconde case lesionate nella zona del cratere del terremoto». È quanto ha ventilato il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, giovedì pomeriggio, durante il vertice che si tenuto ad Arquata del Tronto con i sindaci della provincia picena e non solo. Proprio ad Arquata, infatti, una grande fetta del patrimonio edilizio è rappresentata da seconde abitazioni, frutto spesso di lasciti ed eredità. Non a caso delle 50 vittime (ben 47 a Pescara del Tronto) solo 19 erano marchigiane, la maggioranza proveniva della capitale e da altri centri laziali (Pomezia, Civita Castellana). Se la promessa di Errani si tradurrà in un decreto legislativo sarebbe il primo caso in una ricostruzione post terremoto.

 

Pescara del Tronto, come gli altri Comuni del “cratere” d’altronde non può certamente essere paragonata a una prestigiosa località turistica montana tipo Cortina d’Ampezzo o Courmayer. Insomma le case crollate non erano certamente residenze di lusso per cui il contributo (tra l’altro contenuto) non farebbe gridare allo scandalo. A Pescara del Tronto villeggiavano in prevalenza ascolani in cerca di refrigerio dalla città o che avevano radici familiari sui monti della Laga e dei Sibillini, per i romani erano per lo più case ereditate da parenti emigrati nella capitale. Venivano a trascorrere le vacanze qui per motivi affettivi, per la tranquillità e la bellezza di questi posti. Su possibili, eventuali speculazioni il commissario Errani è stato tranciante: «Scordatevi grosse costruzioni. I paesi verranno ricostruiti come erano prima del sisma così come le strade, non ci saranno interventi aggiuntivi» ha ribadito il commissario ai sindaci. 

«Per ora si tratta solamente di una promessa di Errani. Sono un geologo di professione e ho seguito in prima persona la ricostruzione dell’Aquila per cui so come funzionano certe cose - dice disilluso il sindaco di Acquasanta Terme, Sante Stangoni, uno dei quattro Comuni che rientrano nel “cratere” (gli altri sono Arquata, Montemonaco e Montegallo) - Le parole devono essere seguite dai fatti altrimenti sono frasi dette al vento. Aspettiamo il decreto legislativo».
«Sarebbe un’ottima decisione perché anche Montemonaco ha tante seconde abitazioni - commenta Onorato Corbelli sindaco del paese sotto il monte Vettore che si sta spaccando - Il mio municipio è stato lesionato e gli uffici sono stati trasferiti in una scuola, ho diverse abitazioni evacuate mentre una settantina di abitanti ha paura di tornare nelle proprie case, preferisce dormire in tenda o in auto. Se non arrivano gli aiuti questo paese rischia di scomparire».

«L’impegno primario dopo il terremoto è la messa in sicurezza dei centri terremotati e di chiudere prima possibile le tendopoli» ha detto Errani ai sindaci piceni, concetto ribadito anche ieri a Norcia. Ma come e dove saranno sistemati gli oltre mille sfollati della provincia di Ascoli? «Se dovessero rimanere in tenda sarebbe un’altra disgrazia - commentano il sindaco e il vice di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci e Michele Franchi - Fra poco qui comincerà a fare freddo e specie i bambini e gli anziani non possono rimanere sotto una tenda o dormire in auto». 
 
«Il commissario Errani - prosegue Franchi - ci ha proposto di utilizzare al massimo il Cas, il contributo di autonoma sistemazione, che è una forma di assistenza alle famiglie rimaste senza casa dopo il terremoto. Si tratta di una somma, che varia a seconda della consistenza del nucleo familiare da 200 a 600 euro al mese che aumenta a 800 euro se ci sono componenti diversamente abili». 

Il contributo viene assegnato a chi ha la casa dichiarata inagibile dai tecnici della Protezione civile e può essere speso dappertutto. «Credo che molti lo utilizzeranno per prendere una casa in affitto o alloggiare in hotel del comprensorio - aggiunge il vicesindaco di Arquata -. Non si tratta di un reddito fisso ovviamente; esso potrà essere utilizzato fin quando non sarà trovata una sistemazione definitiva. Esiste però un problema e riguarda gli anziani arquatani che non vogliono abbandonare il paese. In questo caso, in attesa delle casette in legno che non dovrebbero arrivare prima di qualche mese, speriamo almeno di potere usufruire dei container o al massimo di camper attrezzati per affrontare il rigido inverno». L’europarlamentare Pittella si è impegnato a utilizzare il fondo europeo per le calamità naturali. I presidenti dei due Parchi invece hanno consegnato la sede di Arquata al sindaco Petrucci per trasferirci provvisoriamente gli uffici comunali.

Corsa contro il tempo infine per salvare la Salaria da una maxi frana staccatasi proprio sotto Pescara del Tronto.

Attualmente la strada statale 4 in quel tratto viene percorsa in senso unico alternato ma la frana dopo il terremoto va messa in sicurezza prima che faccia danni più gravi. Ieri mattina una squadra di operai con macchinari speciali ha ripulito dalla vegetazione il versante franato, così da eliminare una fonte di pericolo per i veicoli (rami spezzati, tronchi) e per avere una visione esatta delle rocce in movimento. Successivamente verranno rimossi massi pericolanti e pietre che potrebbero cadere sui veicoli. Passaggio successivo, la costruzione di una nuova linea paramassi: quella che c’era ha retto abbastanza frenando l’impeto delle rocce in distacco, ma la nuova avrà una capacità di contenimento superiore.

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