Ascanio Celestini racconta l’uomo, quello nascosto, che solitamente non ha voce con “Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato” in scena sabato, 20 aprile, alle ore 21 al Teatro delle Energie di Grottammare.
La trilogia
Rumba è il terzo titolo di una trilogia di Celestini, partita con Laika e proseguita con Pueblo. «Rumba – spiega l’artista – nasce dall’improvvisazione di uno dei personaggi di cui parlo nello spettacolo: Santa Chiara, che non è subalterna né a Francesco né alla Chiesa, ma persona straordinaria. Ho pensato alle donne della guerra di Spagna, ad “Aj Carmela” uno dei canti della resistenza che dice a un certo punto “rumba la rumba la rumbambà”». L’ambientazione è quella di un quartiere, popolato da persone che vivono in un palazzo di fronte a un supermercato. Questa gente, che lavora in un magazzino, attraversa il parcheggio per andare a fare la spesa e, spiega Celestini, «aspettano l’arrivo dei pellegrini. Nell’attesa preparano il racconto della vita di Francesco e del presepe di Greccio, in cui ci sono solo il bue, l’asino e la mangiatoia. San Francesco voleva mostrare la nascita di Cristo in mezzo alla povertà». Questo fa di San Francesco una figura molto attuale. Sottolinea infatti l’artista romano: «Sì è molto attuale, si pesi all’Ucraina, alla Russia, alla situazione nel Medio Oriente, il pezzo di terra per il quale Francesco diceva che non vale la pena di combattersi».
Le storie
Difficile raccontare storie come questa oggi? «Tutti – aggiunge Celestini – ricordiamo i buoni principi, ma poi nel presente si va nella direzione opposta.