MONTEGRANARO - La storia di uno scrittore affermato e della sua governante, il datore di lavoro che non sa niente di lei, che invece conosce tutto di lui: Pietro Longhi e Gaia De Laurentiis sono protagonisti di “Diamoci del Tu”. Lo spettacolo andrà in scena al teatro La Perla di Montegranaro, domani, venerdì 8 aprile, alle ore 21,15, per la stagione di prosa di Comune e Amat (info 0734893350).
Longhi, che storia porterete in scena?
«Secondo me una storia molto bella, che ci sta dando molte soddisfazioni. Uno scrittore affermato, il mio personaggio, è famoso, ha avuto tre mogli e a un certo punto resta solo. In casa da 28 anni vive e lavora una governante, il personaggio di Gaia. Lui la chiama sempre per cognome, ma non sa nulla di lei. Ad un certo punto le cose cambiano, iniziano a parlare, viene fuori sia la sua storia che quella della dipendente: ma non vado oltre niente spoiler sul finale!».
Che personaggi sono i vostri?
«Lei è un po “tedesca”, quasi burbera, rigida, lo tratta un po’ così, è una donna sulle sue, ligia al dovere e agli orari, e ogni tanto si vede che beve. Lui, scrittore, ha avuto una bella vita, e quando iniziano a parlare lui apre una bottiglia. Lei, quella “rigida”, inizia a mostrarsi meno fredda e da lì scaturiscono situazioni comiche e anche emozionanti».
Commedia leggera ma densa di significato: quale?
«Con questo spettacolo vogliamo far riflettere sui momenti della vita. Si vive serenamente e a un certo punto capita che ti fermi, ti guardi intorno, e alla fine ti accorgi che accanto hai solo le persone vere, quelle che ti hanno sempre sostenuto. Mi spiego meglio: io a Roma gestisco un teatro da 35 anni, c’è una cassiera, la mia prima assunzione, che può sembrare scorbutica, ma è una di quelle persone vere su cui puoi sempre contare».
Come lo scrittore con la governante?
«Sì esatto, sono quelle persone che ci sono sempre, e che a volte si notano meno e purtroppo vengono anche sottovalutate».
Quanto è difficile fare teatro nel post pandemia e con un clima di guerra?
«Difficile? Lo è tanto. Il pubblico ancora deve stare dentro con la mascherina, per via della normativa sugli spazi al chiuso. C’è ancora tanto timore, lo vedo a Roma. Nel mio personalissimo caso abbiamo recuperato circa il 40% del pubblico, con un andamento migliore, nel quotidiano, sulla fascia oraria pomeridiana. La preoccupazione per i costi elevati e la guerra fanno tagliare quello che non serve purtroppo, mentre invece il teatro aiuterebbe, anzi aiuta, in questo periodo di tensioni, problemi, ti fa anche stare insieme».
Longhi e le Marche?
«Ho un ricordo tanto bello quanto lontano: era il 1987 e a Porto San Giorgio, nella Rocca Tiepolo, portammo “L’imbroglio dei due ritratti”, di Goldoni, con la regia di Corti.