ANCONA Il caso era esploso durante un incontro di chiarimento tra le due famiglie rom. Accuse, smentite, poi una lite furibonda tra sorelle. Quindi, la denuncia ai carabinieri, dove la presunta vittima, dopo mesi di silenzio, ha superato la paura e ha trovato il coraggio di puntare il dito contro il cognato: «Mi ha violentata». Lui, 54 anni, in carcere per altri reati, ora è a processo per violenza sessuale.
Le testimonianze
Ieri sono stati ascoltati moglie e figlia dell’imputato (difeso dagli avvocati Luca Pellegrini e Matteo Bettin) che hanno parlato di un clima sereno in famiglia: «Lei veniva sempre a casa nostra dopo il lavoro per riprendere i tre figli che accudivamo, mangiava con noi, rideva e scherzava: non è mai successo nulla» hanno spiegato davanti al collegio penale presieduto da Carlo Cimini.
Più volte le avrebbe rivolto battute a sfondo sessuale e l’avrebbe spinta contro il muro nel tentativo di baciarla, perfino nell’ascensore del tribunale. E per farla tacere l’avrebbe minacciata: «Provaci, dopo vediamo». Il clou il 13 novembre 2022 quando il 54enne si sarebbe presentato a casa della donna con la scusa di chiederle 50 euro in prestito: qui l’avrebbe scaraventata sul letto e violentata. Dopo la denuncia nel febbraio 2023, il gip aveva disposto nei confronti dell’imputato il divieto di avvicinamento alla vittima e ai figli. Poi, il giudizio immediato. Lui, già sentito dai giudici, ha negato tutto. La sentenza è attesa per il 12 giugno.