È accaduto tutto alla fine del primo tempo, con l’Aurora Jesi in vantaggio sul 2 a 1 e un clima già teso, perché le due squadre in coda alla classifica a tre giornate dalla fine del campionato si stavano contendendo la salvezza, e perché alcune scorrettezze nei primi 45 minuti di gioco non sono passati inosservati. Uno spintone, o un’offesa di troppo. Al doppio fischio dell’arbitro la situazione è degenerata e con l’Aurora Jesi che accusava gli avversari di aver colpito, a palla lontana, un proprio calciatore al collo mentre era di spalle, e l’Olimpia Falconara che attribuiva alla squadra locale un gesto offensivo come uno sputo, la situazione è degenerata e si è passati alle mani.
«Il calcio non ha nulla a che fare»
«Quando per due volte un giocatore viene colpito, prima a palla lontana, poi nello spogliatoio. Ecco quella è violenza fisica, non c’entra con il calcio. Noi abbiamo un’altra idea di calcio – ha continuato Capomagi – se ci aspettiamo conseguenze? Si certo, forse una partita persa a tavolino per entrambi. Sarebbe una doppia sconfitta, oltre alla violenza ricevuta. Noi non abbiamo usato le mani».
Ora si attende la decisione del giudice sportivo, che dipenderà dal contenuto del referto dell’arbitro. E non si esclude che oltre a sanzioni e maxi squalifiche, non possa arrivare anche un provvedimento del Questore Cesare Capocasa.