La nuova guerra di Putin alla Nato si sta sviluppando su un nuovo terreno, quello digitale. Le minacce nucleari, i test atomici, i missili balistici rappresentano un pericolo costante, ma ciò che sta emergende in queste ultime settimane è un lavoro sottotraccia sul campo elettronico. La Russia sta testando le nuove "armi" per mettere in crisi le difese dell'Alleanza Atlantica, sfruttando a sua vantaggio l'innovazione tecnologica. Ma non tutto sembra funzionare come previsto. La strategia? Creare interferenze nelle comunicazioni, rendersi invisibile o spezzare le connessioni avversarie.
La strategia
La Russia starebbe distruggendo i sistemi satellitari nella regione baltica proprio in vista di un possibile conflitto diretto con la Nato. A parlarne è un comandante militare estone, mentre il capo di un gruppo di sicurezza GPS ha chiesto all'alleanza di agire per proteggere il sistema utilizzato dalle compagnie aeree, dagli smartphone e dai sistemi d'arma. A gennaio, sono stati rilevati disturbi nelle parti orientali e sud-orientali della Finlandia, il nuovo membro dell'Alleanza, dopo i rapporti di un ricercatore di intelligence open source secondo cui il responsabile era un "Baltic jammer" russo. Il Ministero della Difesa russo ha confermato che le sue unità EW a Kaliningrad avevano condotto esercitazioni per interrompere i segnali radio e satellitari.
I pericoli per le forze Nato
Martin Herem, comandante delle forze di difesa estoni, a Bloomberg ha dichiarato che «la Russia stia imparando e testando le capacità di disturbo delle comunicazioni. Mosca ha mostrato le sue capacità di guerra elettronica non solo in Ucraina e nei paesi baltici». Dana Goward, presidente della Resilient Navigation and Timing Foundation, che sostiene la sicurezza del GPS, ha scritto in un editoriale per Breaking Defense: «Tali disturbi rappresentano un rischio per migliaia di aerei commerciali».
I Gps oscurati
Dalla base di Kaliningrad, l'exclave russa tra Polonia e Lituania, Putin da ormai due settimane sta valutando gli effetti del Baltic Jammer, un disturbatore di frequenze capace di oscurare i Gps.
Il Borisoglebsk 2
Il Borisoglebsk 2 è un sistema d'arma russo da guerra elettronica multifunzionale (EW) montato su veicolo terrestre MT-LB. È stato sviluppato da Sozvezdie nell'arco di sei anni, dal 2004 al 2010. Il sistema tuttavia non è stato ordinato, o per altri motivi non è stato prodotto o consegnato, immediatamente all'esercito russo. A partire dal febbraio 2015 è stato prodotto e consegnato dall'UIMC alle forze armate russe. È progettato per interrompere le comunicazioni e i sistemi GPS. Borisoglebsk 2 ha raggiunto la capacità operativa iniziale nel 2010, ma non è stato ordinato e consegnato all'esercito russo fino a febbraio 2015. La Rossiyskaya Gazeta ha riferito che Borisoglebsk 2 era il sistema centrale per la guerra elettronica nell'esercito russo , controllando quattro tipi di unità di disturbo da un unico punto.
Il blackout di internet
Martedì sera si è verificata un'interruzione di Internet in Russia e secondo gli esperti si è trattato probabilmente del più grande blackout della storia recente. Centinaia di siti web, applicazioni mobili e servizi nella zona legati al dominio ".ru" non sono stati in grado di far accedere gli utenti per diverse ore, compresi i servizi di Yandex, Sberbank, VKontakte, Ozon e il portale dei servizi statali. Ma cosa è successo? Le segnalazioni del problema sono arrivate da tutte le regioni del Paese, ma anche da utenti situati all'estero. Il Ministero dello Sviluppo Digitale russo ha precisato che il guasto sarebbe avvenuto a causa di un problema tecnico legato ad una serie di estensioni del protocollo DNS, grazie alle quali la zona del dominio ".ru" garantisce l'esclusione della sostituzione dell'indirizzo IP a seguito di attacchi informatici. Il dipartimento ha promesso di ripristinare l'accesso ai siti russi nel prossimo futuro. Alcuni esperti sottolineano che le autorità russe hanno annunciato da tempo l'intenzione di trasferire tutti gli utenti del paese sul server DNS nazionale e suggeriscono che questo è esattamente ciò che potrebbe essere accaduto.
Il test fallito
Il Net Freedoms Project, che conta più di 38.000 abbonati su Telegram, ha suggerito che l’interruzione potrebbe essere stata causata dalle autorità russe che hanno testato un sistema isolazionista che si è ritorto contro. Anche se non è chiaro se gli eventi siano collegati, il notiziario russo RBC ha riferito il 29 gennaio che Internet sarebbe stato chiuso in diverse regioni russe a partire dal 25 gennaio per motivi di sicurezza legati alle visite di "funzionari di alto rango" in queste aree. Il notiziario ha riferito che durante le date interessate, il leader bielorusso Alexander Lukashenko ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin a San Pietroburgo, dove entrambi hanno partecipato ad eventi dedicati alla celebrazione degli 80 anni dalla fine dell'assedio di Leningrado.