Il laboratorio di intelligenza artificiale dell'Università Politecnica delle Marche

Coraggio e intraprendenza per puntare all’impresa 5.0

di Sauro Longhi
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Lunedì 6 Giugno 2022, 10:30

L’industria nasce e si trasforma con l’energia, dal carbone all’elettricità fino alla digitalizzazione, realizzando la quarta rivoluzione denominata Industria 4.0, che porta a produrre con più efficienza e sicurezza. Tutto ciò avviene in un mondo dove le transizioni energetiche e ambientali necessarie per riportare il pianeta in un nuovo equilibrio non sono più procrastinabili e dove, i cambiamenti climatici sono un’evidenza per tutti. Così come le diseguaglianze economiche, sociali e culturali che invece di diminuire, aumentano, delineando la necessità di nuovi meccanismi per la ridistribuzione della ricchezza prodotta, attualmente ancora più concentrata in un numero sempre più ridotto di persone. Con la pandemia e poi la guerra tutto questo sembra essere passato in secondo piano, mentre occorre con urgenza avviare le trasformazioni verso differenti modelli di crescita e sviluppo che non dovranno avere come unico obiettivo il profitto, ma dovranno essere capaci di garantire una maggiore equità sociale ed economica, con una chiara visione del futuro per proteggere e preservare l’ambiente per le nuove generazioni. Problema complesso ma la soluzione anche se difficile, va cercata. Si pensa ad una nuova rivoluzione industriale, una Industria 5.0, che possa produrre consumando meno energia e meno materie prime e che contribuisca a costruire una società più equa. Tre sono gli assi individuati: sostenibilità, resilienza e l’essere umano al centro di ogni scelta e di ogni azione. La sostenibilità dovrebbe puntare a “produrre meglio consumando meno”. Quindi, maggiore utilizzo di fonti rinnovabili, riutilizzo di energia e minori sprechi, per far sì che la necessità energetica di oggi non pregiudichi le risorse per il futuro. La resilienza per sviluppare una maggiore robustezza nei contesti industriali, le fragilità dei modelli globalizzati sono diventati evidenti negli ultimi due anni: non avevamo le mascherine per difenderci dal virus e ora non abbiamo i chip per realizzare i dispositivi elettronici necessari per le transizioni digitali. Porre l’essere umano al centro del processo produttivo richiede scelte coraggiose ma necessarie. Le macchine non per sostituire le persone ma per fare meglio e lavorare con meno fatica.

Le persone artefici di questi cambiamenti grazie a adeguati percorsi di formazione. Il luogo di lavoro più sicuro e inclusivo per il benessere delle persone che vi operano. L’obiettivo “zero incidenti” può essere raggiunto, proprio con le nuove tecnologie perché ogni azione lascia una traccia digitale utile a prevedere e diagnosticare situazioni di pericolo da evitare. La Commissione Europea, quasi un anno fa, ha individuato un piano di indirizzo per l’Industria 5.0 con l’obiettivo di delineare le linee di un nuovo modello produttivo e soprattutto per estendere le nuove tecnologie alla quotidianità di tutti i cittadini europei come strumenti di miglioramento delle condizioni di vita e riduzione delle diseguaglianze. Come nella precedente rivoluzione, dove le incentivazioni finanziarie e fiscali hanno favorito la trasformazione, dobbiamo augurarci che si continui su questa strada evitando di distogliere risorse per incrementare le spese militari. Occorre coraggio e intraprendenza e un’attenta pianificazione degli investimenti nelle imprese per evitare i rischi che potrebbero incontrare se ignorassero le attuali tendenze. Il Pnrr è già un primo strumento, le misure pianificate dovrebbero contribuire a ridurre le disparità tra nord e sud, di genere e favorire l’inclusione dei più giovani nel mondo del lavoro. D’altro lato le Università dispongono delle conoscenze per preparare le giovani generazioni ad affrontare questa nuova rivoluzione. Già da alcuni anni, le Università delle Marche hanno avviato nuovi percorsi di studio e integrato i vecchi con nuovi curricula, proprio per preparare persone competenti per la gestione e l’organizzazione di processi e servizi sostenibili nel presente e soprattutto nel futuro. Persone competenti che sapranno contribuire a questa nuova rivoluzione che non risolverà tutti problemi, ma getterà le basi per un nuovo mondo per tutte le persone, senza esclusioni. 

* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione
Facoltà di Ingegneria dell'Università Politecnica delle Marche

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