Mancini di Mali in peggio, il testimonial delle Marche è un flop anche in Arabia. Acquaroli lo difende: ma fino a quando?

L’ex ct azzurro ora sulla panchina dei sauditi continua a collezionare brutte figure: sconfitto e irriso dal Mali

Mancini di Mali in peggio, Il testimonial delle Marche è un flop anche in Arabia
Mancini di Mali in peggio, Il testimonial delle Marche è un flop anche in Arabia
di Gianluca Murgia
3 Minuti di Lettura
Giovedì 19 Ottobre 2023, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 10:03

ANCONA Pollice e indice strofinati. L’anatomia di un istante. Quello del minuto 59 di Arabia Saudita-Mali, quarta amichevole dei figli del deserto guidati, in panchina, da Roberto Mancini, il figlio-testimonial delle Marche dal 2021. Quattro giocate, un pari e tre perse (con Costarica, Corea e adesso con gli africani, insomma non proprio la top ten del calcio mondiale). Senza scomodare Desmond Morris, l’antropologo che paragonava le mani degli italiani alle bacchette di un direttore d’orchestra, a compiere l’italico gesto del «quanto vi hanno pagato» è stato un francese provenzale, Hedi Toboubi, 40 anni portati male, vice del ct del Mali, Eric Chelle. Pollice e indice sfregati verso la panchina di Mancini, poi in direzione dell’arbitro e infine, a favore di telecamera internazionale, in faccia al quarto uomo.  

Gli scivoloni e la difesa di mamma Marianna


Risultato: il Mancio sconfitto nuovamente in campo e pure irriso da un signor nessuno (espulso poi per proteste relative ad un fuorigioco non visto, a suo dire in malafede, dal Var). Per tacere del rifiuto di Paolo Di Canio di fargli da vice (rivelazione di due giorni fa). Da Let’s Marche ad andamento lentissimo Arabia. La proprietà transitiva vale anche al contrario? Mentre mamma Mancini, la signora Marianna Puolo, ospite ieri ad un Giorno da Pecora, tutelava il figlio meglio del difensori arabi («Io penso sempre a quello che ha sbagliato quei due rigori che ci hanno rovinato»), la movenza dei «quattrini che vogliono comprare tutto», replicata all’infinito da ogni tipo di social, ha messo fatalmente alla berlina il Mancio.

Insomma, utilizzando un brutto meme che circolava in rete, di Mali in peggio per chi guadagna 18 milioni di euro netti all’anno più bonus fino al 2026. E se la versione di Crozza con ciuffo d’ordinanza strappa sorrisi («Sono qui per la filiale non la finale»), quella del Mancio reale, tinto di verde (e verdoni), dopo il codazzo di polemiche legate alla sua dipartita azzurra dello scorso agosto, con quella scelta dettata secondo i più dai soldi e per questo antipatica perché più forte del legame con il suo paese, rischia di diventare un boomerang mediatico anche per la Regione Marche che lo ha scelto come uomo immagine, per l’Italia e l’estero, con rinnovo a circa 600mila euro fino al 2025. 


La scelta


Dal trionfo Europeo suggellato dall’abbraccio iconico con Vialli, i fratelli d’Italia che esportano il Belpaese vincente nelle difficoltà e le Marche issate con lui sul tetto tricolore, a una discesa continua e rovinosa. C’è chi avrebbe voluto al suo posto Tamberi (già testimonial social) o Valentino Rossi (amatissimo anche in Arabia). Il governatore Acquaroli, fin qui, ha difeso la scelta da ogni attacco politico: «Mancini è e resterà testimonial delle Marche». Già, ma fino a quando sarà plausibile?

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA