Non è passato neanche un anno da quando Gigi Buffon ha detto addio al calcio, ma il portiere pensa e ripensa ancora a tutte le partite vinte, a quelle perse e agli sforzi che l'hanno portato a essere uno dei più grandi calciatori di sempre. Per diventarlo, però Buffon ha dovuto accorciare un po' i tempi e abbandonare un po' prima degli altri coetanei quella spensieratezza, quegli anni più sereni in cui l'unica preoccupazione è lo studio. Alll'età di 18 anni giocava già in serie A e si pente di aver preso una piccola scorciatoia che lui stesso ha definito una «scorrettezza».
Buffon ha comprato il diploma e di questo si pente dopo quasi trent'anni. Per un uomo forte e audace come lui non esistono scorciatoie e se potesse tornare indietro non rifarebbe più lo stesso errore.
Il diploma
Una vita dedicata al calcio, agli allenamenti, alle trasferte.
«Di errori ne ho fatti parecchi, soprattutto quando ero giovane. Quello di cui vado meno orgoglioso è di essermi comprato il diploma. Non lo rifarei perché c'è una nota di scorrettezza e scorciatoia e io non sono mai stato uno da scorciatoie», ha spiegato l'ex stella del calcio. Poi ha aggiunto che gli piace «pensare che la mia imperfezione dia agli altri un'idea di umanità e mi renda vicino alla gente».