«Arbitro, ti spacco la faccia». E giù pugni in campo ad Ancona: calciatore punito con squalifica, daspo, denuncia e condanna con 2mila euro da pagare

«Arbitro, ti spacco la faccia». E giù pugni in campo ad Ancona: calciatore punito
«Arbitro, ti spacco la faccia». E giù pugni in campo ad Ancona: calciatore punito
di Stefano Rispoli
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Sabato 24 Febbraio 2024, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 07:23
ANCONA Un destro, poi un gancio sinistro. Altro che partita di calcio. Quel giorno - era il 7 aprile del 2018 - allo stadio Dorico andò in scena un incontro di boxe. Indossava le scarpe con i tacchetti e non i guantoni il giovane papà romeno, oggi 35enne, che sferrò due pugni in pieno volto all’arbitro: il primo per aver concesso una rimessa dal fondo anziché un calcio d’angolo, il secondo per l’espulsione ricevuta a seguito delle proteste e delle minacce. «Non capisci un ca... ti spacco la faccia» gli urlò. «Sei una me... ti aspetto fuori», continuò anche dopo l’aggressione.  


Per quell’episodio di violenza, avvenuto davanti alla moglie e al figlioletto che tifavano per lui in tribuna, fu squalificato per tre anni e denunciato, oltre a ricevere il Daspo. Ora è arrivata la condanna per Mihai Coman, all’epoca numero 10 de L’Aquila, squadra multietnica anconetana che quel giorno affrontava il Piano San Lazzaro, nel campionato di Terza categoria. Il giudice Matteo Di Battista gli ha inflitto tre mesi di reclusione, con la sospensione della pena subordinata ad una provvisionale di 2mila euro da pagare in 6 mesi da quando la sentenza passerà in giudicato, a fronte di una richiesta di risarcimento di 10mila euro.

L'arbitro si è costituito parte civile


L’arbitro, Christian Guarino, si era costituito parte civile tramite l’avvocato Jacopo Saccomani.

Soccorso dal 118, era finito all’ospedale dopo aver interrotto anticipatamente la partita, al 27’ del secondo tempo. Tutto era nato dalla mancata concessione di un calcio d’angolo, reclamato dalla squadra dell’imputato.

Dopo aver sbracciato e protestato, si era rivolto a brutto muso al direttore di gara, tra insulti e parolacce. Il cartellino rosso aveva scatenato la sua rabbiosa reazione, sfociata in un primo pugno contro l’arbitro, allora appena maggiorenne. Quando poi fu decretata la fine dell’incontro - da cui sarebbe conseguita la sconfitta a tavolino per L’Aquila -, mentre veniva trattenuto dai compagni di squadra, il calciatore romeno riuscì a divincolarsi e raggiungere di nuovo il “fischietto” senigalliese, colpendolo al volto con un gancio sinistro. Guarino, scortato dai dirigenti, si rifugiò negli spogliatoi in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, mentre al Dorico arrivavano polizia e carabinieri. Trasferito all’ospedale, fu dimesso con un trauma cranico, al rachide e all’occhio, per una prognosi finale di 35 giorni. L’aggressore, poi squalificato per 3 anni, ora è stato condannato a 3 mesi per i reati di lesioni e minacce gravi.
 

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