OSIMO Sono ore complicatissime in casa Osimana dopo la squalifica del campo per un anno e mezzo, ma una certezza c’è: la società non molla. Farà ricorso affidandosi all’avvocato Mattia Grassani, esperto in diritto sportivo. Il ricorso punta anche a coinvolgere le forze dell’ordine presenti mercoledì scorso a Massa Martana, per la gara di ritorno degli ottavi di Coppa, e la stessa società locale, come testimoni del fatto che la quaterna arbitrale non è stata aggredita fisicamente, se non con lanci di bevande (forse una piena di urina), sputi e qualche monetina, ma non fumogeni o pietre. D’altronde se la situazione fosse stata così grave la gara non sarebbe ripresa o il guardalinee preso di mira sarebbe stato spostato nell’altra metà campo, davanti ai tifosi umbri.
La ricerca
Che l’Osimana non voglia mollare lo dimostra anche la spasmodica ricerca di un campo dove giocare domani la gara che era prevista al Diana con la vicecapolista Montefano.
La Questura di Ancona vorrebbe che l’Osimana giocasse fuori provincia per scongiurare che i tifosi la seguano ugualmente fuori dallo stadio. La Questura di Macerata pone invece il problema dei rapporti tesi con gli ultras maceratesi, visto il precedente della sassaiola di tre mesi fa. Insomma, per la gara di domani è stato molto complicato trovare la quadra. Bocciate le ipotesi Offagna e Filottrano, è stata scelta ufficialmente Cingoli, fuori provincia e piuttosto lontana da Macerata. Sta di fatto che la sanzione del giudice sportivo è finita al centro del dibattito cittadino. Gli Ultras Osimo ieri sera hanno tenuto un’assemblea pubblica.
Decine di tifosi sui social auspicano un intervento della politica per una sanzione ritenuta sproporzionata visto che non ci sono stati feriti. Come dice anche il sindaco Pugnaloni: «Pur condannando con fermezza qualsivoglia azione di violenza sportiva che fosse accertata, devo però al contempo rilevare che la sanzione comminata appare decisamente sproporzionata e ingiustamente afflittiva. Chiaro che se qualcuno ha sbagliato deve rispondere delle proprie azioni, ma è evidente che con una simile sanzione è a rischio l’esistenza stessa della società sportiva con conseguente danno alla nostra comunità». Il sindaco confida che «in sede di ricorso la giustizia sportiva possa mitigare la sanzione» perché «la comunità sportiva osimana non è quella descritta dal giudice sportivo».