Tre arresti a Monticelli per le truffe agli anziani. Ecco come si erano procurati i numeri telefonici fissi

Tre arresti a Monticelli per le truffe agli anziani. Ecco come si erano procurati i numeri telefonici fissi
Tre arresti a Monticelli per le truffe agli anziani. Ecco come si erano procurati i numeri telefonici fissi
di Luigi Miozzi
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Domenica 14 Gennaio 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 12:13

ASCOLI I carabinieri hanno arrestato a Monticelli tre campani (due uomini e una donna) ritenuti gli autori di una serie di raggiri nei confronti di anziani. Sono riusciti a risalire alla loro auto tramite una banca dati dell’Arma poichè artifici di altri colpi e quindi già segnalata la loro targa alle forze dell’ordine. I tre truffatori ricorrevano a sua volta, a una sorta di banca dati clandestina che avrebbe sede in Campania che segnala tutti i vecchi numeri telefonici fissi presumibilmente intestati a persone anziane. A quel punto entravano in azione telefonando alle ignari vittime, mettendo in atto i loro progetti criminali. Nella loro auto è stata trovata refurtiva consistente in oggetti in oro, preziosi e contanti.

L’ingenuità

Far leva sui sentimenti, sugli affetti familiari e approfittare della buona fede e di un momento di ingenuità per trarne profitto e rubare soldi, oggetti preziosi e, soprattutto i ricordi.

La truffa agli anziani è il reato che più di ogni altro lascia l’amaro in bocca e che crea più disappunto proprio perchè perpetrato ai danni di chi è ormai in là con gli anni e si trova in posizione di svantaggio. Sono tanti quelli che ogni anno denunciano di essere stati raggirati e di aver subito furti da parte di malintenzionati o di aver loro consegnato soldi, oro e gioielli dopo che avevano fatto credere alle vittime del raggiro che un figlio, un nipote o una persona cara fosse in difficoltà oppure con la semplice scusa di entrare in casa per leggere il contatore dell’energia elettrica o del gas.

Le denunce

Ma quelli che denunciano e si rivolgono alle forze dell’ordine sono solo una piccola parte rispetto a quelli che subiscono la truffa. Tanti, soprattutto i più anziani, non lo fanno per vergogna e per non vivere quella che percepiscono come una ulteriore umiliazione. Da qualche tempo però, c’è una particolare attenzione da parte delle autorità e delle forze dell’ordine per cercare di accrescere la consapevolezza dei rischi con campagne di sensibilizzazione e azioni di controllo per cercare di mettere un freno ai malfattori. È quello che ha ribadito anche il questore di Ascoli, Giuseppe Simonelli, nei giorni scorsi per tracciare un bilancio dell’attività svolta nel corso del 2023, evidenziando il fatto che nonostante il numero dei reati siano diminuiti, purtroppo i casi di truffe agli anziani sono aumentati. «Ho cercato di dedicare particolare attenzione all’attività di prevenzione che rappresenta l’attività di elezione dell’autorità di pubblica sicurezza - ha detto Simonelli - per questo abbiamo aumentato i servizi con il reparto prevenzione crimine».

Anche il prefetto, Sante Copponi, insediatosi a Palazzo San Filippo all’inizio del mese ha sin da subito assicurato il «massimo impegno per preservare la coesione sociale del territorio assumendo tutte le iniziative necessarie per la tutela dell'ordine, della sicurezza pubblica, dell'incolumità pubblica e dell'ambiente, con particolare attenzione rivolta alle categorie fragili, maggiormente vulnerabili». Insieme con la prefettura, l’amministrazione comunale e il comando della polizia locale ha realizzato un calendario in cui oltre alle foto e alle immagini degli anziani nei circoli presenti in città sono illustrati i casi più diffusi di truffe come quella del pacco vuoto da pagare in contrassegno; quello del parente rimasto coinvolto in un incidente stradale oppure la finta fuga di gas. Inoltre, sempre sul calendario è riportato il decalogo che le forze dell’ordine hanno messo a punto per ridurre i rischi di cadere nelle truffe.

Dieci regole da seguire come quella di non aprire agli sconosciuti, di evitare confidenze al telefono, non fare entrare in case sedicenti addetti o funzionari di enti pubblici e soprattutto, avvertire polizia e carabinieri chiamando il numero unico di emergenza 112 oppure il 113. Polizia e carabinieri che, nel corso dell’anno, svolgono anche campagne di sensibilizzazione recandosi nei luoghi di maggiore aggregazione per cercare di mettere in guardia le potenziali vittime dei raggiri.

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