L’ottimismo
In sé, un dato molto positivo. Nello stesso periodo del 2020, se ne registrarono 7. Solo 3 giornate di scarto se non fosse che, tre anni fa, per gran parte del periodo in esame, il traffico fosse praticamente azzerato, complice il lockdown generato dall’emergenza-Covid. Questo trend fa tornare d’attualità un approfondimento realizzato dell’ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Peppino Giorgini, che aveva preso in esame 69 giorni di lockdown, dal 9 marzo 2020 al 18 maggio 2020, confrontandoli con gli stessi giorni del 2019. «Ebbene - fu la conclusione di Giorgini - gli sforamenti sono esattamente gli stessi, 3, con una media-polveri quasi del tutto identica. Ma come è possibile tutto questo, visto che nel 2019 avevamo, come al solito, una media di circa 50mila veicoli giornalieri che circolavano in città, e circa 120mila veicoli sull’autostrada, compresi 20mila mezzi pesanti?».
Le conclusioni
Semplificando al massimo: in Riviera le caldaie inquinano più delle auto. Certo: lo scarto percentuale è minimo, quindi apparentemente insufficiente a giustificare la sostanziale sovrapponibilità degli sforamenti tra lockdown e normalità. L’argomento è spinoso ed è difficile arrivare ad una verità assolute. In generale: è che l’attuale collocazione della centralina è sicuramente più distante da fonti inquinanti rispetto a dove stava fino al 2013, ossia lungo la Statale 16, in zona Cerboni. Nel corso degli ultimi anni, qualche consigliere comunale aveva chiesto di individuare una collocazione diversa (più adeguata a fotografare la reale portata dello smog urbano) ma poi non si è fatto mai nulla di concreto.