Basket femminile under 15 tra Matelica e Terni, una tifosa locale tenta di schiaffeggiare l’arbitro

Basket femminile under 15 tra Matelica e Terni, una tifosa locale tenta di schiaffeggiare l’arbitro
Basket femminile under 15 tra Matelica e Terni, una tifosa locale tenta di schiaffeggiare l’arbitro
di Luca Muscolini
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Domenica 31 Marzo 2024, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 15:10

MATELICA Tensione alle stelle al termine del match di basket giovanile femminile tra la Thunder Basket Halley Matelica e l’Asd Pink Basket Terni, valevole per il campionato Under 15 e disputato sul parquet della città di Mattei. In un finale di gara incandescente si è assistito ad una doppia invasione di parquet che ha portato ad una pesante squalifica del campo per ambedue le squadre e, soprattutto, ha lasciato l’amaro in bocca a tutti gli sportivi. Una tifosa matelicese ha anche cercato di schiaffeggiare l’arbitro.

La ricostruzione

I tifosi hanno decisamente esagerato, come si può evincere dal comunicato del giudice sportivo del Comitato Fip (Federazione italiana pallacanestro) Marche, che ha inflitto ben sette giornate di squalifica complessive ai campi di gioco (quattro giornate per i padroni di casa e tre per gli ospiti) a causa dei fatti avvenuti appunto al termine dell’incontro tra Thunder Matelica e Pink Basket Terni.

La gara, per la cronaca, è stata vinta in volata dalla squadra umbra con il punteggio di 57-58.

All’Asd Pink Basket Terni è stata inflitta «la squalifica del campo per tre gare per invasione del campo di gioco, commessa da più persone, avvenuta a partita terminata ma prima che tutti gli aventi diritto siano rientrati negli spogliatoi». È andata anche peggio alla società di casa della Thunder Basket Matelica, sanzionata con «la squalifica del campo per quattro gare per invasione del campo di gioco commessa da più persone, avvenuta a partita terminata, ma prima che tutti gli aventi diritto siano rientrati negli spogliatoi, con tentativo di aggressione da parte di una tifosa che, proferendo minacce agli arbitri, tenta di colpirne uno al volto con uno schiaffo». Poco importa se dal punto di vista prettamente agonistico le prime tre partite effettive di squalifica possano essere «tutte commutate in sanzione pecuniaria ai sensi dell’articolo 17, comma 4 Rg, in euro 825 complessivi di ammenda e la quarta (per la Thunder Matelica, ndr) da disputarsi a porte chiuse».

Dal canto suo, la società matelicese ha emesso un comunicato stampa in cui, oltre a ricordare la «gran bella partita, al palazzetto dello sport di Matelica, disputata dalle nostre “thunderine” che fin dall’inizio - e per tutta la gara - sono state in campo con la giusta grinta e determinazione, perdendo dopo quaranta minuti di gioco intenso per un solo punto (57-58) ad opera del team Pink Basket Terni», si punta l’indice sul «finale spiacevole che mette in secondo piano il vero senso dello sport a livello giovanile» e soprattutto sull’atteggiamento «poco rispettoso tenuto dal pubblico della squadra ospite e, fatto ancor più grave, quello di una giocatrice della squadra ternana che, nonostante la vittoria, si è rivolta al pubblico matelicese con gesti inopportuni e di scherno, creando una certa confusione tra i presenti al termine dell’incontro».

La replica

La società umbra risponde per le rime dando la sua versione dei fatti: «La nostra squadra, intesa come ragazze, tecnici e sei genitori presenti, è stata male accolta già da inizio partita – si legge nel comunicato della Pink Basket -. La reazione finale di una delle nostre giocatrici, che ha esultato sotto la curva della tifoseria opposta, non la vogliamo giustificare, ma la interpretiamo come una reazione giovanile e impetuosa al trattamento ostile. Di sicuro non giustifichiamo la reazione fisica e inadeguata di un signore, di cui sappiamo il nome, che agitando un paletto verso una nostra ragazza, ha portato alla necessità di intervenire in campo per tre adulti in difesa della stessa, determinando così l’invasione di campo da parte nostra. Abbiamo lasciato Matelica con la tristezza nel cuore, ma con la stretta di mano e le scuse reciproche con alcune giocatrici della Thunder, più sportive e corrette degli adulti che le accompagnano».

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